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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2014 alle ore 11:31.
L'ultima modifica è del 09 giugno 2014 alle ore 12:04.

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Realizzare infine le riforme, restituire competitività al Paese, fare «i compiti» in modo da poter stare in Europa a testa alta, assecondare la volontà degli italiani, che tra disperazione e azione hanno scelto con il voto la seconda strada. In sintesi, riprendersi in mano il proprio destino.

Gianfelice Rocca - presidente di Assolombarda – nell'assemblea annuale dell'associazione, la maggiore territoriale di Confindustria, è convinto che il recupero italiano sia possibile. Partendo dal basso – spiega –, dall'incredibile patrimonio di cultura, risorse e imprenditorialità di cui disponiamo.
Il gap italiano di produttività non è per Rocca legato all'eccessiva austerità tedesca ma piuttosto ai nostri comportementi, con la corsa continua della spesa corrente anche in anni in cui i tassi d'interesse crollavano. Il quadro di riferimento per noi deve restare l'Europa, dove se «facciamo i compiti possiamo stare a testa alta». Le risorse italiane, se venissero «liberate», potrebbero ricreare quella fiducia che è precondizione necessaria per far ripartire il mercato interno.

Servono anzitutto riforme – scandisce Rocca – a partire da una profonda riorganizzazione dello Stato, con il modello dei Lander tedeschi come punto di riferimento "più adatto alla nostra storia rispetto a quello francese". Il modello proposto è un decentramento «responsabile», con poche attività gestite a livello centrale (energia, infrastrutture) e molte competenze decentrate, attivando però controlli preventivi ed eventuali commissariamenti per le regioni e i comuni che «sgarrano».Riforma della burocrazia, con la produzione di leggi semplici e chiare e delega fiscale, con la necessità di semplificare e ridurre gli oneri smantellando «quel museo degli orrori cui sono sottoposte le imprese», sono gli altri due tasselli necessari per la ripresa dell'economia. Opera, tuttavia, per cui è richiesto un contributo anche da parte delle imprese ed è per questo – ricorda Rocca – che Assolombarda ha deciso di proporre un metodo concreto di lavoro, elaborando 50 progetti per «far volare Milano», puntando sui giovani, sulla ricerca, sui servizi per rafforzare le imprese.
Progetti che hanno come obiettivo quello di rimettere anzitutto l'impresa al centro perché «senza le imprese, senza gli animal spirits degli imprenditori, non si va da nessuna parte».

L'idea è partire dal basso, dal territorio milanese, area che «ha caratteristiche eccezionali ma che deve porsi seriamente il tema della sua competitività futura».
Assolombarda prova ad intervenire concretamente sui fattori che determinano la competitività delle imprese e il piano in 50 punti prevede interventi a tutto campo, dalla ricerca all'internazionalizzazione.
Rocca cita tre esempi virtuosi: il progetto sicurezza al centro, che ha già ridotto il livello di infortuni nelle aziende, il codice italiano pagamenti responsabili, per «certificare» la bontà delle pratiche di saldo delle fatture, il progetto start up town, con la possibilità per le aziende neo-nate di usufruire gratuitamente dei servizi dell'associazione.
Interventi servono tuttavia anche in altri campi, a partire dal mercato del lavoro, tema su cui Rocca promuove il Governo («ha mosso i primi passi in modo efficace») ma su cui invita a fare di più, focalizzando i salari sulla produttività e valorizzando la contrattazione aziendale virtuosa, mentre dal lato della formazione occorre riavvicinare i percorsi scolastici alle necessità delle imprese, rilanciando in particolare la cultura tecnica.

Ottimista, Rocca, è anche sull'Expo che «nonostante tutto sarà un successo». L'Expo, per cui Rocca ringrazia pubblicamente il lavoro svolto dal commissario Giuseppe Sala, porterà l'Italia al centro del mondo.Scandali e inchieste dimostrano che anche in questo campo la semplificazione è la via maestra, perché nella babele legislativa si avvantaggiano i disonesti. Disonesti che per Rocca «devono essere cacciati dalle nostre file, subito», perché chi corrompe impedisce alle aziende sane di stare sul mercato, perché chi corrompe rovina la vita di imprese e famiglie, per le quali invece legalità vuol dire sviluppo.
Gli ultimi dati - conclude Rocca – indicano i primi segnali di ripresa e questo apre una finestra di opportunità. «Noi vogliamo lavorare insieme e proponiamo un metodo concreto per costruire il futuro: riprendiamo in mano il nostro destino».

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