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Questo articolo è stato pubblicato il 12 giugno 2014 alle ore 13:20.
L'ultima modifica è del 12 giugno 2014 alle ore 14:46.

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«La composizione del nostro mercato è particolare, forse unico caso in Europa abbiamo il 40% delle aziende che sono a capitale italiano e il 60% estero. La situazione è unica (nel settore farmaceutico, ndr) Abbiamo aziende a capitale italiano con un alto indice di internazionalizzazione e aziende a capitale estero che investono nel Paese, tanto che siamo il primo settore per investimenti esteri in Italia già da qualche anno». Così il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, parlando a margine dell'inaugurazione dell'ampliamento del polo produttivo di Eli Lilly a Sesto Fiorentino. «Bisogna dare fiducia agli investitori - ha detto il presidente di Farmindustria - e non fare mere economie che non aiutano lo sviluppo del Paese. Se guardiamo all'indice di produttività, secondo i dati di Banca d'Italia dal 2001 al 2013 la produttività del settore farmaceutico è salita del 55% rispetto a una media dell'1% dell'industria manifatturiera. Questo significa un grande contributo alla crescita economica del Paese». Scaccabarozzi ha anche ribadito che, «se ci viene garantita la stabilità, siamo pronti a investire 1,5 miliardi e ad assumere 1.500-2000 laureati nei prossimi anni».

Scaccabarozzi: «la spesa ospedaliera non è fuori controllo»
«Quando alcuni istituzioni dicono che la spesa ospedaliera è fuori controllo, mentono sapendo di mentire perché è così in valore assoluto, ma al netto dei ripiani la spesa pubblica è in diminuzione» sottolinea il presidente di Farmindustria. «Ci sono aziende che dovranno ripianare anche 60-70 milioni di euro sul 2013 e la situazione 2014 non è prevista in miglioramento». Scaccabarozzi ha anche ribadito di «essere riconoscente a questo Governo perché, nonostante le richieste di tagli alla farmaceutica, le ha evitate perché tiene alla crescita del Paese. Questo è un segnale importante di stabilità».

Eli Lilly investe 70 milioni di euro a Sesto Fiorentino
L'azienda farmaceutica americana Eli Lilly ha inaugurato la seconda linea di produzione nel suo polo produttivo italiano a Sesto Fiorentino e annunciato l'intenzione di continuare a puntare sul nostro Paese con una nuova tranche di investimenti di 70 milioni di euro, che porteranno nel sito una terza linea di produzione di insuline e ulteriori linee per auto-iniettori dei nuovi farmaci anti diabetici.
Non solo: Lilly ha in programma di espandere il polo italiano affinché diventi un centro di riferimento mondiale per la produzione dei nuovi farmaci biotecnologici in fase di sviluppo nella altre aree in cui opera. L'annuncio è stato dato oggi nel corso del convegno «Tracciamo le linee dell'industria farmaco tra salute ricerca e sviluppo» a Sesto Fiorentino.
In termini di capacità manifatturiera, il progetto si tradurrà in 230 milioni di cartucce di insulina prodotte, oltre a 45 milioni di penne per l'insulina e 16,5 milioni di dispositivi auto-iniettori per nuove terapie anti diabetiche, capacità raggiunta con la terza linea che sarà finita nel 2015. La nuova tranche fa crescere il valore totale dell'investimento a 400 milioni in 10 anni e porterà a una crescita dagli attuali 510 posti di lavoro in manifattura, su un totale degli attuali 1.110 dipendenti, ai 700 entro il 2017, con un indotto calcolato in circa 5.500 addetti. In controtendenza con l'andamento del settore in Toscana, l'export dell'azienda è inoltre in crescita con una percentuale che arriva al 97% verso 54 Paesi, tra cui a breve anche la Cina, e importanti ricadute economiche sul territorio in termini di tasse, esportazioni, attrazione di investimenti: il Pil attivato da Lilly nel solo 2013 è stato di 700 milioni di euro in Italia e circa 400 milioni in Toscana e, in base alle proiezioni, crescerà rispettivamente a 950 milioni e quasi 600 milioni di euro.
«Abbiamo creduto nel sistema Italia e agito con lungimiranza, investendo nel nostro Paese - ha spiegato Eric Baclet, presidente e amministratore delegato Eli Lilly Italia - qui si sono create le condizioni giuste per cogliere opportunità che altrimenti sarebbero state dirottate in altri Paesi. La costruzione di una strategia di sistema è necessaria perché la competizione per gli investimenti internazionali avviene a livello globale».

Fortis, agevolare qui investimenti multinazionali
«L'Italia può diventare l'hub farmaceutico dell'Europa», e quindi c'è bisogno di «una corsia preferenziale per gli investimenti delle multinazionali farmaceutiche». Lo ha affermato Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison, che oggi ha presentato una ricerca sul tema in occasione dell'inaugurazione della nuova linea di produzione allo stabilimento Lilly di Sesto Fiorentino. Dal 1991 a oggi l'incidenza dei prodotti farmaceutici sull'export italiano complessivo è salita dallo 0,5% al 4,5%, e sono il prodotto il cui export è cresciuto di più in Italia (+5,3% negli ultimi 5 anni, 5 miliardi di euro in più solo negli ultimi tre anni). «Se i risultati attuali della farmaceutica italiana sono già da record, pensiamo cosa potrebbe accadere se solo si facilitassero e non si ostacolassero altri investimenti stranieri», ha detto Fortis, che ha proposto un «Pharma click day» per il 2014: le prime 5 domande di investimento per nuovi siti produttivi o centri di ricerca oltre i 20 milioni di euro vincerebbero il bando e avrebbero una corsia preferenziale per arrivare al via libera entro un mese.

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