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Questo articolo è stato pubblicato il 13 giugno 2014 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 13 giugno 2014 alle ore 06:57.

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BRUXELLES. Dal nostro corrispondente
Toccherà all'Italia, presidente di turno dell'Unione europea da luglio in poi, negoziare con il Parlamento l'accettazione dell'accordo raggunto ieri tra i Ventotto sul tema controverso degli organismi geneticamente modificati (Ogm). Dopo una lunga trattativa, i governi hanno trovato un compromesso. La Commissione potrà autorizzare l'uso di specifici Ogm in Europa, ma i singoli paesi potranno a loro volta bloccarne la coltivazione sul loro territorio nazionale.
«Le questioni relative alla vendita e all'importazione degli Ogm continueranno a essere regolate a livello europeo», si legge in un comunicato del Consiglio dopo l'accordo raggiunto ieri a Lussemburgo. «La coltivazione, tuttavia, potrebbe richiedere maggiore flessibilità in alcuni casi poiché il tema ha forti dimensioni nazionali, regionali e locali». Il mercato mondiale dei semi che producono organismi geneticamente modificati ha avuto nel 2013 un valore di 16 miliardi di dollari.
Molti paesi europei sono favorevoli agli Ogm. Attenta a un settore agricolo nazionale particolarmente forte e influente, la Francia invece è stata il capofila di un gruppo di stati membri che in questi anni ha bloccato un accordo, e chiesto nei fatti la possibilità di opt-out. L'intesa prevede che i paesi membri possano chiedere alla società di adattare «la portata geografica» della sua autorizzazione fino a impedire la coltivazione «in parte o nell'insieme del suo territorio».
Inoltre, il singolo paese potrà decidere «sulla base di nuove e obiettive circostanze» di introdurre limiti fino a due anni dopo la concessione dell'autorizzazione da parte della Commissione europea. L'esecutivo comunitario continuerà infatti a dare il benestare per la coltivazione a livello europeo. Già ieri Bruxelles ha preannunciato che intende autorizzare la coltivazione del mais transgenico TC1507, del gruppo Pioneer, anche se non ha precisato da quando.
Dinanzi ai timori di molti, dal 2004 non vi è stata più alcuna autorizzazione alla coltivazione di Ogm in Europa. Solo l'importazione di prodotti Ogm è stata consentita. Attualmente, l'unico prodotto Ogm coltivato nell'Unione è un tipo di grano messo a punto da Monsanto. L'accordo di ieri è stato permesso dal benestare della Francia e della Germania che hanno apprezzato il margine di flessibilità, tanto che Berlino ha già annunciato che intende bloccare l'uso di Ogm sul suo territorio.
In Italia, l'associazione di categoria Assobiotec ha criticato il compromesso raggiunto a Lussemburgo: «Siamo di fronte ad un accordo assurdo - ha detto il presidente di Assobiotec Alessandro Sidoli -. Mi domando che senso abbia dotarsi della normativa più severa al mondo, che richiede di fornire accurati dossier scientifici, e poi lasciare agli Stati membri la possibilità di decidere su basi di fatto non oggettive».
Coldiretti e la Confederazione italiana agricoltori hanno invece approvato l'intesa.
La partita ora passa al Parlamento perché la materia è soggetta a procedura di codecisione. Toccherà alla prossima presidenza italiana dell'Unione, negoziare con l'assemblea di Strasburgo una intesa definitiva.
Nel luglio 2011, il Parlamento europeo aveva dato il suo benestare di principio al compromesso di opt-out presentato a suo tempo dalla Commissione europea, ma già ieri gli ambientalisti hanno preannunciato battaglia per modificare un'intesa di cui sono critici.
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