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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2014 alle ore 11:16.

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La buona notizia è che Industria Italiana Autobus, newco italo-cinese destinata a inglobare BredaMenarini e la ex Iveco Irisbus, nascerà con una patrimonializzazione di tutto rispetto. Quella meno buona è che, a ormai 20 giorni dall'annuncio del progetto, manca ancora l'accordo tra l'investitore King Long e Cnh Industrial sulle sorti dello stabilimento irpino di Flumeri.

Questo il quadro che emerge dal ministero dello Sviluppo economico, dove ieri Stefano Del Rosso, numero uno della costola tricolore della multinazionale cinese degli autobus, ha partecipato a un incontro con i sindacati per dettagliare la situazione del sito campano. Le sigle hanno appreso che il manager nei giorni scorso si è recato a Torino per approfondire il tema, tuttavia dalla ex Fiat Industrial non è ancora arrivata l'ultima parola sulla cessione della fabbrica. E il particolare alimenta non poche ansie tra i 298 dipendenti irpini che da quasi tre anni tirano avanti ad ammortizzatori sociali, nella speranza che si ritorni a produrre al più presto. È innegabile che sul dossier si proceda a doppia velocità.
Il dossier con Finmeccanica
Con Finmeccanica – che per almeno tre anni conserverà il 20% della newco accanto alla quota di controllo dell'80% di King Long – esiste già un documento di massima da limare e portare dal notaio. L'Industria Italiana Autobus nasce con una dote di 16,7 milioni tra capitale sociale e riserve, nonché una patrimonializzazione del valore di 38 milioni. Flumeri si occuperà del revamping, attività per la quale King Long può già contare su commesse dalla regione Campania per 15 milioni, della produzione di un autobus a trazione anteriore e quindi, a partire dal 2016, su quella di un nuovo veicolo turistico da 6,8 metri, il «Flumeri». Tutto ciò dopo opportuni investimenti su impianti e formazione.
Le intenzioni del Lingotto
«Da Torino – spiega Del Rosso – abbiamo raccolto ottime intenzioni, aspettiamo ora di raggiungere un punto d'incontro». Sul versante sindacale, Sergio Scarpa di Fiom fa «appello al governo perché richiami Cnh alle proprie responsabilità, altrimenti i tempi del piano finiranno per allungarsi», Nino Altieri di Uilm si dice «fiducioso per una rapida soluzione della questione adesso che fuori dalla porta abbiamo un investitore credibile», Mario Melchionna di Cisl sottolinea la necessità di «attivarsi in tempi brevi per arrivare puntuali alle nuove gare», mentre Antonio Spera di Ugl invoca «dettagli sul piano industriale».

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