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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2014 alle ore 08:12.

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FIRENZE
Prima le polemiche sui vaccini anti-influenza A, sospettati di essere stati un affare per le case farmaceutiche che nel 2009 avrebbero contribuito ad alimentare una falsa emergenza pandemia. Ora, a distanza di cinque anni, ai sospetti si affianca un'inchiesta della Procura di Siena, città in cui ha sede il centro ricerche sui vaccini Novartis (appena passato sotto le insegne di Glaxo), produttore del farmaco Focetria che è servito per contrastare il virus A/H1N1. L'ipotesi di accusa - che ieri ha portato a indagare Francesco Gulli, direttore generale Italia di Novartis Vaccines and diagnostics e a perquisire le sedi di Novartis a Siena e Origgio (Varese) - è di truffa aggravata al ministero della Salute, che nel 2009 aveva acquistato 24 milioni di dosi del vaccino anti-A, per una spesa di oltre 184 milioni. Gli investigatori ipotizzano un danno all'erario di 2,7 milioni - che secondo i carabinieri del Nas di Firenze titolari delle indagini potrebbero salire a 16 milioni - legato al risarcimento da 19,8 milioni che nel 2012 lo Stato versò a Novartis per l'interruzione della fornitura di vaccini nel 2010, per il cessato allarme pandemia (per le dosi acquistate, oltre 12 milioni, erano stati spesi 97,6 milioni).
Tale risarcimento, secondo l'inchiesta, sarebbe stato calcolato sulla base del prezzo di un componente essenziale del vaccino, l'adiuvante MF59, fittiziamente gonfiato da Novartis (fino al 500%), attraverso «artifizi e raggiri» messi in atto da Gulli: una serie di sovrafatturazioni fra le società del gruppo, italiana, americana e tedesca. Gli investigatori ipotizzano che il prezzo dell'adiuvante possa essere stato gonfiato non solo in fase di risarcimento ma anche all'origine, quando venne stipulato il contratto d'acquisto col Governo - e per questo il danno erariale potrebbe salire a 16 milioni - e sospettano irregolarità pure nella determinazione del prezzo per il vaccino influenzale stagionale prodotto da Novartis e acquistato dal ministero, il Fluad, anch'esso contenente lo stesso adiuvante.
«L'operato della Novartis è sempre stato improntato al pieno rispetto della legge», ha affermato ieri l'azienda in una nota, ribadendo la «disponibilità a collaborare pienamente con le autorità competenti, verso le quali nutre la massima fiducia». «Sui vaccini anti-influenza A abbiamo dato al Paese più di quanto abbiamo avuto», dichiarò Francesco Gulli nel febbraio 2010 in un'intervista al Sole 24 Ore in cui respingeva le accuse di aver alimentato l'allarme pandemia.
Ora la Procura di Siena ipotizza anche l'illecito amministrativo per la Novartis Vaccines and diagnostics, per non aver prevenuto il reato di truffa contestato al suo manager. L'indagine è collegata a un secondo fascicolo, sempre senese, in cui vengono ipotizzati reati fiscali. «Dopo il farmaco per la vista Avastin, Novartis si trova coinvolta in un altro scandalo che potrebbe aver danneggiato pesantemente il sistema sanitario nazionale e la collettività», afferma il Codacons ipotizzando un'azione legale di massa degli utenti per ottenere il risarcimento.
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