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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2014 alle ore 18:56.

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Finora al "brand" Toscana sono stati associati soprattutto il (bel) paesaggio, il (buon) cibo, il vino (di qualità). Ora il paniere di prodotti tipici di una delle regioni più famose al mondo si arricchisce dell'acqua minerale: è il marchio Panna (gruppo Sanpellegrino-Nestlè), con cui la Regione Toscana ha appena firmato un accordo per concedere l'uso di un logo a forma di farfalla, battezzato «Tuscany Taste» e ideato nel 2012 per promuovere sui mercati internazionali le etichette dell'enologia regionale.

L'intenzione della Toscana è di estendere ora il logo della farfalla a tutte le produzioni agroalimentari d'eccellenza. Acqua Panna – 250 milioni di bottiglie prodotte nello stabilimento di Scarperia, in Mugello, per il 40% esportate in 120 Paesi – è il primo esempio di questa «brand extension», che ha portato anche al restyling dell'etichetta, diventata veicolo di toscanità nel mondo: sul davanti un giglio di Firenze circondato dalla scritta «imbottigliata alla sorgente in Toscana-Italia»; sul retro la farfalla con la scritta Tuscany Taste.

L'accordo Sanpellegrino-Regione, secondo l'assessore toscano all'Agricoltura Gianni Salvadori, è importante sia perché «valorizza un prodotto toscano di alta qualità», sia perché «legata a questo prodotto c'è una importante filiera, che garantisce lavoro a centinaia di persone e genera un importante fatturato». Secondo uno studio commissionato da Sanpellegrino, il valore generato dall'azienda in Toscana lungo tutta la filiera (fornitori, logistica, distribuzione) ammonta a 62 milioni di euro, cioè 2,2 volte il fatturato di Sanpellegrino in Toscana (pari a 28 milioni di euro). Nel complesso nella filiera toscana sono coinvolte 300 aziende e 430 dipendenti, di cui 123 sono quelli diretti dello stabilimento di Scarperia (Firenze).

Acqua Panna è solo uno dei marchi di acque minerali e bibite con cui Sanpellegrino opera (il portafoglio comprende Levissima, Vera, San Bernardo, Recoaro, Pejo, Panna, Diger selz, Belté, Gingerino). Nel 2013 il fatturato è stato di 762 milioni (-3,4%), di cui 335 all'export (+12%): e proprio sull'export il gruppo punta anche nel 2014 per riprendere la crescita.

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