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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2014 alle ore 11:21.
L'ultima modifica è del 24 giugno 2014 alle ore 11:28.

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Raffica di aumenti per i carburanti nel fine settimana appena trascorso. In molte aree del paese si è superata la soglia di 1,90 per litro, con punte di 1,906 per la benzina. Le compagnie petrolifere hanno proseguito i rincari avviati negli ultimi giorni, spingendo al rialzo i listini. A parte Eni, che ha scelto di aumentare solo il gpl (+0,5 centesimi al litro), i rincari hanno riguardato Tamoil (1 centesimo euro/litro su benzina e diesel), Q8 (1 centesimo sulla "verde" e 0,5 sul diesel), Esso (0,5 centesimi su entrambi i prodotti) e IP (0,8 solo sulla benzina). Nel dettaglio, le medie nazionali servite della benzina e del diesel sono adesso a 1,845 e 1,742 euro/litro (gpl a 0,746).

Le punte in alcune aree sono per la "verde" fino a 1,906 euro/litro, il diesel a 1,790 e il gpl a 0,779. La situazione a livello paese (in modalità "servito"), secondo quanto risulta in un campione di stazioni di servizio che rappresenta la situazione nazionale, vede il prezzo medio praticato della benzina che va oggi dall'1,827 euro/litro di Eni all'1,845 di Q8 (no-logo a 1,723). Per il diesel si passa dall'1,728 euro/litro di Eni all'1,742 di Q8 (no-logo a 1,619). Il gpl, infine, si mantiene tra 0,732 euro/litro di Esso e 0,746 di Tamoil (no-logo a 0,714).

"I prezzi di benzina e gasolio stanno subendo negli ultimi giorni pericolosi incrementi", afferma in una nota il Codacons. Secondo il presidente, Carlo Rienzi "si prepara la solita estate di fuoco per gli automobilisti italiani, abituati oramai a subire rincari dei listini in occasione delle partenze per le vacanze. Aumenti dei carburanti che avranno ripercussioni negative su tutta l'economia, determinando rincari generalizzati dei prezzi al dettaglio e spinte al rialzo dell'inflazione". Codacons rivolge un appello al premier Matteo Renzi "affinché intervenga per evitare il solito massacro sugli italiani in vacanza, e adotti provvedimenti per sanzionare le speculazioni sui carburanti e frenare la crescita dei listini".

L'aumento dei prezzi dei carburanti non fa bene al mercato che registra un rosso costante nei consumi e nella spesa per le benzine. Nei primi cinque mesi del 2014, i consumi accusano un calo del 2% accompagnato da contrazioni del 4% per la spesa, dell'1,4% per le imposte e del 7,3% per la componente industriale, cioè per la parte che va ad industria petrolifera e distributori. Secondo il Centro Studi Promotor il calo dei consumi non è coerente con l'inversione di tendenza che sembra essersi delineata per le vendite di autovetture e autoveicoli commerciali ed industriali, ma è coerente con l'andamento di produzione industriale e prodotto interno lordo che indicano che la caduta dell'attività economica si è arrestata, ma non vi è ancora ripresa.

Il bilancio in rosso dei primi cinque mesi del 2014 di benzina e gasolio per autotrazione acquista però una valenza particolarmente negativa se lo si analizza nel quadro dell'andamento degli ultimi anni. I consumi di benzina e gasolio auto avevano subito una modesta contrazione già nel 2007 (-0,2%), cioé nell'anno che ha preceduto la crisi. Con il manifestarsi delle difficoltà economiche il calo dei consumi di benzina e gasolio auto si è fatto però significativo tanto che l'ultimo dato annuale, cioé quello del 2013, è inferiore di ben il 21% al dato dell'ultimo anno in crescita, che é il 2006.

E c'è da notare anche che il prezzo del petrolio è di nuovo in aumento, con il barile di Brent che stamattina ha risuperato i 115 dollari segnando nuovi massimi da 9 mesi a questa parte. Le quotazioni sono sempre sospinte dal quadro di tensioni in Iraq, dove si temono ricadute negative per una produzione che si aggira sui 2,6 milioni di barili al giorno. La vicenda irachena interviene dopo una fase in cui i mercati e i corsi petroliferi avevano già risentito di tensioni geopolitiche in altre aree chiave, come in Libia e Ucraina.

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