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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2014 alle ore 06:40.

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Fisco, costo del lavoro da ridurre con interventi sull'Irap, norme chiare per le fasi di "fine commessa", i momenti cioè in cui si ha la possibilità di subentrare negli appalti e che, dall'associazione, sono visti come le fasi in cui possono annidarsi abusi e situazioni nocive per la concorrenza.
Assocontact, l'associazione che rappresenta i contact center in outsourcing, ha messo in fila ieri, durante la sua assemblea, i punti chiave imprescindibili per far affrontare i prossimi mesi a un settore, ha spiegato il presidente di Assocontact Umberto Costamagna, «che vicende passate fanno ancora ritrarre come il regno del lavoro precario e selvaggio. E invece abbiamo il 60 per cento di dipendenti, molte sono donne, abbiamo iniziative di welfare, abbiamo sottoscritto lo scorso anno il primo contratto collettivo in Italia per i collaboratori a progetto».
Per mettere meglio a fuoco i numeri del settore Assocontact ha siglato un accordo con Databank (gruppo Cerved). Intanto, da una ricognizione si è capito che il settore parte da circa 190 imprese per un business di 1,3 miliardi, di cui 325 milioni in outbound (chi fa telefonate per vendere prodotti o servizi) e 980 milioni da inbound. complessivamente il giro d'affari è salito del 5,6% su base annua. «È vero – conferma Costamagna – che i fatturati non sono diminuiti, ma è la marginalità a essere in calo».
L'altro punto scottante è quello della committenza, «che spinge sempre di più sulla leva del prezzo. Per questo c'è il rischio, come conseguenza, delle delocalizzazioni. Ma noi dobbiamo far capire a tutti e meglio il valore della qualità in settori come il nostro».
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