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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2014 alle ore 06:40.
L'ultima modifica è del 26 giugno 2014 alle ore 06:49.

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Si dovrebbe chiamare «Italian original» – il nome è ancora provvisorio – il marchio internazionale che dovrebbe dichiarare guerra all'«italian sounding», il fenomeno dei prodotti alimentari che evocano l'Italia ma che di italiano non hanno nulla e che valgono la bellezza di 60 miliardi (su 135 miliardi di made in Italy alimentare). Il marchio che dovrebbe corrispondere ai nostri Doc-Dop e Igp-Igt e la sua comunicazione saranno messi a punto con il minsitero dell'Agricoltura e la sua diffusione internazionale dovrebbe avvenire «attraverso un piano di advertising» in modo da consentire la «riconoscibilità dei prodotti italiani dalle numerose imitazioni».
Quella del marchio è una delle cinque azioni per l'estero indicate dal piano made in Italy. Azioni che dovrebbero aiutare a difendere nei mercati i nostri prodotti, ma anche a farli arrivare più agilmente negli scaffali. È il caso del cosidetto «Piano Gdo», u8n'altra delle misure previste, che punta su accordi specifici con la grande distribuzione all'estero per inserire marchi di qualità «appartenenti ad aziende di piccole dimensioni». Gli esempi non mancano: il piano cita il test già effettuato con la catena di grandi magazzini tedesca Karstadt. L'Ice ha siglato nel settembre scorso un contratto spendendo 2 milioni per una campagna promozionale a fronte, da parte della catena tedesca, non solo di acquisti di prodotti italiani, ma anche di un piano di pubblicità e marketing da 3,5 milioni. Un'operazione questa che ha coinvolto 368 aziende italiane, di cui 70 nuovi fornitori.
Sulla stessa scia opererranno i «Piani speciali» che punteranno ad aggredire alcuni mercati che sono coinvolti nella chiusura di nuovi accordi di libero scambio o sono comunque considerati startegici perché in grande crescita. Un test in questo senso è stato già fatto con gli Usa dove è in corso di negoziazione tra l'altro il «Ttip», il trattato che dovrebbe dare una forte spinta agli scambi con ottime opportunità per le nostre aziende. Su questi paesi, «oltre alle azioni di promozione identificate dai Piani Speciali – spiega il progetto messo a punto dal Governo – saranno attivate anche missioni settoriali di imprenditori a guida politica».
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