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Dossier | N. 62 articoli Qualità della vita 2019

«Il tempo della siccità». Lo stato di salute ambientale dell’Italia, spiegato dall’Ispra

(Adobe Stock)
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L’inquinamento cala, certo, ma al tempo stesso il clima cambia, poche storie. Lo dicono i dati certi, le misurazioni precise che non lasciano spazio agli equivoci della sensibilità personale. Che sia generato dall’uomo (come pensano molti) oppure di origine naturale (come affermano alcuni), ci sono indicatori chiari che in Italia sia in atto un nuovo cambiamento climatico: ed è il momento della siccità.

In queste settimane in Alta Italia laghi e fiumi sono impoveriti di acqua, i produttori idroelettrici temono di dover affrontare i consumi estivi con le dighe ridotte al fango limaccioso del fondo, i consorzi irrigui già studiano come dissetare le colture quando sarà la stagione più asciutta. Ma il 2017 fu un anno asciutto in modo preoccupante, e lo certifica l’Ispra nel nuovo Annuario dei dati ambientali, presentato stamattina: è piovuto il 22% in meno.
L’Annuario dell’Ispra è il ritratto dello stato di salute ambientale dell’Italia. Raccoglie e unifica in un disegno coordinato i dati elaborati dalle varie Arpa (Agenzie regionali di protezione dell’ambiente) e ne ottiene un check-up, una radiografia ecologica.

La salute ambientale migliora
In breve, la salute ambientale dell’Italia migliora.
● Aria
: a dispetto dalla percezione di alcuni, migliora la qualità dell’aria e nelle città si respira sempre meglio. I dati e le misurazioni non lasciano alcun dubbio nemmeno ai dubbiosi: dal 1990 al 2016 le emissioni nazionali di particolato atmosferico PM10 sono in diminuzione del 33,7% e le emissioni complessive di ossidi di zolfo, ossidi di azoto e ammoniaca sono in calo del 66,8%.

● Clima: è stata di +1,30 °C l’anomalia della temperatura media in Italia, superiore a quella globale sulla terra ferma (+1,20 °C) mentre le emissioni totali di gas serra dal 1990 al 2016 sono diminuite del 17,5%.
Attenzione alle specie viventi importate in modo inconsapevole, come gli insetti che devastano le colture: sono 3.182 specie estranee introdotte in Italia e potenzialmente invasive.
Sul dissesto idrogeologico, i principali eventi di frana nel 2017 sono stati 172 e hanno causato complessivamente 5 vittime, 31 feriti e danni prevalentemente alla rete stradale, eventi distribuiti in particolare nelle regioni Abruzzo, Campania, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Lombardia e Marche. Il mare è di ottima qualità nell’89% delle coste, quello migliore è in Sardegna. Dal 1990, in crescita l’agricoltura biologica, che interessa il 15,4% della superficie agricola utilizzata (Sau) e il 5,8% delle aziende agricole.

Il rapporto dell’Ispra
Una banca dati con 306 indicatori, tra cui 9 new entry, per un totale di 150mila dati, organizzati in 460 tabelle e 635 grafici. Biodiversità, clima, inquinamento atmosferico, qualità delle acque interne, mare e ambiente costiero, suolo, rifiuti, agenti fisici sono solo alcuni dei temi trattati nell’edizione 2018 dell’Annuario dei dati ambientali, la pubblicazione scientifica di dati statistici e informazioni sull’ambiente realizzata dall’Istituto in stretta collaborazione con il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa).

Dissesto idrogeologico
I principali eventi di frana nel 2017 sono stati 172 e hanno causato complessivamente 5 vittime, 31 feriti e danni prevalentemente alla rete stradale, eventi distribuiti in particolare nelle regioni Abruzzo, Campania, Sicilia, Trentino-Alto Adige, Lombardia e Marche.
● Frane. Diverse sono state le frane che si sono attivate o riattivate in Abruzzo, sia a causa dello scioglimento della neve caduta nell’eccezionale nevicata del 18 gennaio del 2017, sia delle intense precipitazioni.
● Allagamenti. In Italia, oltre 6 milioni di abitanti sono residenti in aree a pericolosità idraulica media (tempo di ritorno tra 100 e 200 anni), mentre la popolazione a rischio frane, se si considerano le 2 classi a maggiore pericolosità (elevata e molto elevata), è pari a oltre 1,2 milioni di abitanti.
● Terremoti. Dal punto di vista della sismicità, nel 2017 quattro eventi hanno raggiunto e superato Magnitudo 5, tutti avvenuti il 18 gennaio, con epicentri in provincia de L’Aquila.
I terremoti di Magnitudo pari o superiore a 4 sono stati 16, di cui 13 nell’area epicentrale della sequenza del Centro Italia. Degno di rilievo è, inoltre, il terremoto che ha colpito l’isola di Ischia il 21 agosto che, seppure di Magnitudo 4, ha procurato molti danni al patrimonio edilizio e 2 vittime. Nel 2017 nessun evento sismico ha raggiunto Magnitudo 6.

Clima e inquinamento dell’aria
La caratteristica più rilevante del clima in Italia nel 2017 è stata la siccità.
Con una precipitazione cumulata media sotto la norma del 22% circa, il 2017 si colloca al 2° posto, appena dopo il 2001, tra gli anni più “secchi” dell’intera serie dal 1961. Le emissioni totali di gas serra dal 1990 al 2016 sono diminuite del 17,5%.
Il valore limite giornaliero (50 grammi per metro cubo d’aria da non superare più di 35 volte per anno civile), di PM10 nel 2017 non è stato rispettato nel 31% delle stazioni. Complessivamente, però, dal 1990 al 2016 le emissioni nazionali di particolato atmosferico PM10 sono in diminuzione del -33,7% e le emissioni complessive di ossidi di zolfo, ossidi di azoto e ammoniaca sono in calo del -66,8%.

Biodiversità
La fauna in Italia conta oltre 60mila specie e la nostra flora 8.195 specie di piante vascolari e 3.873 non vascolari.
Volendo fare un confronto con l’Europa, per quanto riguarda la fauna, tra gli insetti, gli ortotteri (grilli e cavallette) sono circa il triplo di quelli della Polonia, il decuplo della Gran Bretagna e della Norvegia e oltre 150 volte quelli dell’Islanda e il numero di specie dei lepidotteri (farfalle) è più del doppio di quello della Gran Bretagna.
Resta alto il livello di minaccia: 120 specie di vertebrati terrestri sono minacciate per la perdita e la degradazione di habitat; sono 3.182 specie alloctone introdotte in Italia e potenzialmente invasive; tra i vertebrati, sono minacciati gli anfibi (36%) e i pesci ossei di acqua dolce (48%). Particolarmente minacciate il 42% delle 202 specie tutelate dalla Direttiva Habitat.

Mare
Più dell’89% delle acque costiere di balneazione è in classe eccellente nel quinquennio 2014-2017. Nel 2017 lo stato di qualità delle acque costiere di balneazione, in relazione ai fattori igienico sanitari, ricade in classe eccellente per l’89,7%, buona per il 5,4%.
Il distretto della Sardegna si conferma migliore dal punto di vista della qualità chimica delle acque marino costiere: il 90% presenta infatti uno stato chimico “buono”.
La presenza dell’alga tossica Ostreoptis ovata nel 2017 è stata riscontrata in 10 regioni costiere e assente in Abruzzo, Emilia-Romagna e Veneto.

Fiumi e laghi
L’acqua è un bene prezioso, che va difeso e preservato. Su 7.493 fiumi, il 43% raggiunge l’obiettivo di qualità per lo stato ecologico e il 75% quello di qualità per lo stato chimico.
Su 347 laghi, il 20% raggiunge l’obiettivo di qualità per lo stato ecologico e il 48% quello di qualità per lo stato chimico.

Fiumi: buono ed elevato lo stato ecologico per la Provincia di Bolzano (94%), Valle d’Aosta (88%), Provincia di Trento (86%) e Liguria (75%); uno stato chimico buono superiore al 90% per i fiumi in Molise, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e le province autonome di Trento e Bolzano.
Laghi: obiettivo di qualità ecologica buono in Valle d’Aosta (100%), Provincia di Bolzano (89%), Emilia-Romagna (60%) e stato chimico buono per il 100% dei corpi idrici lacustri in Valle d’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Abruzzo, Molise e nella Provincia di Bolzano.

Campi elettromagnetici, rumore e altri agenti fisici
Dal luglio 1998 al luglio 2018, sono stati 635 i superamenti dei limiti di legge degli impianti radiotelevisivi (Rtv) e 119 quelli di stazioni radio base (Srb).
In diminuzione dal 2016 al 2017 gli impianti Rtv (-4%,), mentre aumentano i servizi e i siti degli impianti Srb rispettivamente dell’11% e del 3%.
Il 32,1% delle sorgenti di rumore sottoposte al controllo presenta almeno un superamento dei limiti previsti dalla normativa, evidenziando un problema di inquinamento acustico.
Il 61% dei Comuni ha approvato la classificazione acustica (suddivisione del territorio urbanizzato in aree acustiche omogenee); le regioni del Nord sono le più virtuose nel 2017, le regioni con la percentuale di comuni zonizzati superiore al 90% sono Valle d’Aosta (100%), Marche (97%), Lombardia e Toscana (96%), Veneto (91%).

L’inquinamento dell’agricoltura
Le emissioni di ammoniaca (NH3) in atmosfera prodotte dal settore agricolo derivano principalmente dalle forme intensive praticate negli ultimi decenni, dall’utilizzo esteso di fertilizzanti sintetici e organici e dalla gestione degli allevamenti.

La revisione della Direttiva sui limiti nazionali di emissione ha stabilito i nuovi obiettivi di riduzione al 2020 e 2030: per l’Italia, tali obiettivi saranno di 403,13 migliaia di tonnellate di emissioni nazionali di ammoniaca al 2020 (riduzione del 5% rispetto al 2005) e di 356,45 migliaia di tonnellate al 2030 (riduzione del 16% rispetto al 2005).
Nel 2016 il settore agricoltura è responsabile dell’emissione in atmosfera di 358,47 migliaia di tonnellate di ammoniaca, pari al 93,8% del totale nazionale. L’andamento delle emissioni di ammoniaca è in linea con gli obiettivi fissati.
Dal 1990, in crescita l’agricoltura biologica, che interessa il 15,4% della superficie agricola utilizzata nazionale e il 5,8% delle aziende agricole.
Nel 2017 le superfici già convertite e quelle in via di conversione bio sono state pari a 1.908.653 ettari (+6,3% rispetto al 2016).
Sicilia, Puglia, Calabria le regioni che da sole rappresentano il 46% dell’intera superficie biologica nazionale.

Agenti chimici
L’Italia è il 3° produttore di agenti chimici in Europa, dopo Germania e Francia, e il decimo nel mondo; 2.800 sono infatti le imprese chimiche nel nostro Paese ed occupano circa 108mila addetti altamente qualificati, ma l’uso dei prodotti chimici interessa tutti i settori produttivi.
In particolare, i pesticidi nelle acque superficiali hanno riportato superamenti dei limiti in 371 punti, pari al 23,9% del totale.

Via, Aia e altre autorizzazioni
La procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale (Via) si conclude positivamente nell’84% dei casi nel 2017; su 44 decreti Via emanati, 37 sono positivi e solo 7 negativi.
Nel 2017 sono stati rilasciati 1.849 certificati Emas; le organizzazioni più attive sono quelle del settore rifiuti e recupero materiali con 278 registrazioni: 364 le licenze Ecolabel UE per un totale di 9.333 prodotti o servizi certificati.

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