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Fuga dalle banche greche: i clienti ritirano 500 milioni di euro al giorno

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Fuga dalle banche greche: i clienti ritirano 500 milioni di euro al giorno

(Reuters)
(Reuters)

Negli ultimi giorni sono stati prelevati dalle banche greche 500 milioni di euro al giorno, secondo stime di analisti di una banca d’affari locale. Una uscita di cassa che, se dovesse continuare a questi ritmi, potrebbe costringere le autorità greche a bloccare nel primo weekend utile i flussi in uscita sui depositi bancari di privati e aziende, con l’introduzione di misure di controllo sui capitali sullo stile di quanto avvenuto nella crisi cipriota del 2013.

Ad Atene sta avvenendo in questi giorni qualcosa di paradossale: chi ha votato con la mano sinistra Syriza il 25 gennaio e continua a sostenere nei sondaggi il Governo, ora sta usando la mano destra per andare al bancomat e ritirare i soldi depositati in banca.

I dati non lasciano dubbi: i depositi bancari erano 244 miliardi di euro prima della crisi, sono arrivati a dicembre a 160,3 miliardi (ultimo dato ufficiale) e a gennaio e febbraio si stimano rispettivamente un calo a 148,3 e 140 miliardi di euro.

Può andare avanti così? La situazione non è sostenibile nel medio periodo perché le banche greche non hanno più la possibilità di portare come collaterali in garanzia bond ellenici presso la Bce e hanno solo 68,3 miliardi di credito di emergenza (Ela) a cui appoggiarsi, sempre attraverso prima Francoforte e poi la Banca centrale greca.

Anche i 10,9 miliardi di euro residui, sui 50 miliardi di euro complessivi destinati alla ricapitalizzazione degli istituti di credito, del Fondo ellenico per la stabilità, secondo l’intesa con l’Eurogruppo di ieri, non potranno essere utilizzati se non per lo scopo cui erano destinati.

Se l’Europa si è mossa a volte come un sonnambulo nella crisi greca, i depositanti stanno correndo ai ripari mettendo soldi nei materassi e i più disinvolti trasferendoli all’estero o investendoli in bond di fondi stranieri.

I soldi prelevati in fretta negli ultimi mesi in parte sono finiti addirittura in Svizzera, dove - stima l’economista Gabriel Zucman, professore della London School of Economics, - i greci avrebbero depositi per 60 miliardi di euro, mentre gli altri correntisti, meno sofisticati, li avrebbero messi in cassette di sicurezza o sotto il tradizionale materasso a casa.

La massa dei prelievi a tappe forzate è stata scatenata dal timore di un Grexit, di una uscita di Atene dall’euro che farebbe svalutare i conti correnti convertiti in dracme, oppure dalla possibilità dell’introduzione di un prelievo forzoso sui conti bancari per raccogliere in fretta denaro fresco e far fronte alle necessità del Governo di pagare stipendi e pensioni.

La fuga dai depositi potrebbe nel medio termine provocare una crisi di liquidità delle banche greche che hanno appena ottenuto una ricapitalizzazione del patrimonio attraverso i crediti della Troika.

Secondo un banchiere locale c’è anche la coincidenza di tre giorni di chiusura consecutivi delle banche elleniche a creare ulteriore tensione sul fronte creditizio, perché lunedì in Grecia cade la festività dell’inizio della Quaresima ortodossa.

Naturalmente il Governo Tsipras, che è stato eletto per ridurre le politiche di austerità, ha negato qualsiasi volontà di aumentare le tasse o di pianificare controlli di capitali nelle banche. Ma i risparmiatori hanno un cuore di coniglio, gambe di lepre e memoria di elefante.

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