Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2010 alle ore 08:15.
PAGINA A CURA DI
Cristiano Dell'Oste
Negli annunci immobiliari, a volte, appaiono come sinonimi: loft, mansarda, soffitta. Abitazioni ricavate sfruttando locali inutilizzati e spazi irregolari. In una parola, il sogno di quanti vorrebbero comprare una casa alla moda (e magari risparmiare). In realtà, questi immobili hanno caratteristiche diverse e un insidioso tratto comune: la difficoltà della messa a norma sotto il profilo edilizio e urbanistico, che può facilmente vanificare la minor spesa per l'acquisto.
«Per loft si intende uno spazio di notevoli dimensioni, con soffitti alti e ampie finestre, ricavato dal recupero di ex edifici industriali», spiega il notaio Giovannella Condò, che su questo tema è intervenuta nei giorni scorsi in uno degli appuntamenti di «Comprar casa senza rischi». Niente a che vedere con i sottotetti, dunque; i loft sono, piuttosto, grandi open space. Per chi vuol comprarne uno, la variabile fondamentale è l'inquadramento catastale. Se c'è l'agibilità (in genere è accatastato come A2 o A3), il loft non pone particolari problemi tecnici. Il guaio, se mai, è che in questi casi sarà difficile fare buoni affari: le grandi metrature – spesso superiori ai 100 metri quadrati – unite alla possibilità di ricavare soppalchi, tendono a far salire le quotazioni. Come ha rilevato una ricerca di Andrea Marietti per Osmi Borsa immobiliare e Fimaa Milano, nel capoluogo milanese «i prezzi medi dei loft abitabili sono assolutamente in linea con i valori di mercato degli appartamenti nuovi o ristrutturati».
Diverso, invece, il caso dei loft non abitabili. Qui il prezzo è mediamente più basso, ma bisogna verificare la possibilità di ottenere il cambio di destinazione d'uso, cercando di valutare tutti i costi connessi: l'importo varia caso per caso e una stima è possibile solo con l'aiuto di un professionista.
Di solito i loft non abitabili sono accatastati come C3, ma per individuare correttamente la destinazione urbanistica occorre risalire al titolo abilitativo edilizio originario. Una volta fatto questo controllo, bisogna capire se si può "passare" alla destinazione residenziale. In generale, vanno rispettate le regole che fissano il rapporto tra la superficie delle finestre e quella del pavimento (rapporto aeroilluminante: 1/8 per le abitazioni) e le altre norme che dettano i requisiti per l'agibilità. Il che per il loft non dovrebbe essere difficile. Ma non basta: il cambio d'uso, per essere consentito, non deve superare gli standard massimi previsti per la zona in cui si trova l'edificio. Nozione in cui rientrano, tra l'altro, la densità edilizia (ad esempio, 1 metro cubo per metro quadrato di terreno), le distanze tra le costruzioni, le altezze massime, le dotazioni di parcheggi.