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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2010 alle ore 19:28.
L'ultima modifica è del 22 maggio 2010 alle ore 14:52.
Procede a passo lento l'esame del ddl anticorruzione al Senato. Il colpo d'acceleratore annunciato le scorse settimane dalla maggioranza non c'è stato.
Ieri ha preso il via la discussione generale dinanzi alle commissioni congiunte Affari costituzionali e Giustizia del Senato, dopo che la scorsa settimana era stato illustrato il contenuto del ddl governativo, che sarà probabilmente assunto come testo base sul quale presentare emendamenti.
Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha ritenuto preferibile, sul fronte dell'esame del ddl di ratifica della Convenzione penale sulla corruzione di Strasburgo, stabilire che le commissioni Giustizia ed Esteri procedano alla sola approvazione della ratifica della Convenzione e che l'esame di tutte le norme di carattere penale e ordinamentale siano affidate alle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia. Decisione poco gradita non solo all'opposizione, ma anche a una parte dei berlusconiani, che avrebbero preferito unificare l'esame dei provvedimenti.
Il relatore della commissione Affari costituzionali Lucio Malan (Pdl) si é detto ottimista sulla possibilità di un dialogo costruttivo con l'opposizione. «Si può fare un lavoro proficuo in tempi ragionevoli raccogliendo anche spunti positivi dalle proposte che vengono dall'opposizione». Il testo, come annunciato sul Sole 24 Ore, potrebbe accogliere alcune norme dell'opposizione, sull'impianto sanzionatorio, ma anche parti del ddl di Pietro Ichino (Pd) sull'anagrafe parlamentare e introdurre il reato di illecito arricchimento.
Il senatore Felice Casson (Pd) ha evidenziato la contradditorietà di voler introdurre norme anticorruzione nella Pubblica amministrazione, ma di bocciare in commissione Giustizia, nel corso dell'esame del ddl intercettazioni, emendamenti dell'opposizione tesi ad ampliare i termini di durata massima delle indagini preliminari anche per i casi di corruzione.
Il testo governativo è stato per ora abbinato a quattro ddl dell'opposizione, primi firmatari Emanuela Baio (Pd), Luigi Li Gotti (Idv), Gianpiero D'Alia (Udc), Anna Finocchiaro (Pd) e a 2 petizioni. Il provvedimento governativo, costituito da 13 articoli, individua un piano d'azione basato su tre pilastri: la prevenzione della corruzione, i controlli negli enti locali, le disposizioni per la repressione della corruzione e dell'illegalità nella Pubblica amministrazione. Le commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia del Senato si riuniranno nuovamente martedì 25 maggio alle 15,30.