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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2010 alle ore 18:52.
Emendamenti a raffica in aula al Senato sul disegno di legge sulle intercettazioni. In prima linea l'Italia dei lavori che ha presentato ben 110 emendamenti e una pregiudiziale di costituzionalità: «12 pagine in cui verrà smontato punto per punto l'intero impianto
della legge», annuncia il partito dipietrista. Sulla pubblicazione delle intercettazioni per riassunto c'è contraddizione fra alcuni degli undici emendamenti presentati dal Pdl.
Uno prevede che i giornalisti potranno pubblicare gli atti delle indagini per riassunto. L'altro vieta, invece, la pubblicazione anche parziale, per riassunto o nel contenuto delle intercettazioni, anche se non più coperte dal segreto fino alla conclusione delle indagini preliminari. È vietata la pubblicazione anche in questo caso parziale, per riassunto o nel contenuto, delle ordinanze emesse in materia di misure cautelari.
Stesso divieto vale anche per le richieste di tali misure. Si potrà pubblicare il contenuto solo dopo che l'indagato o il suo difensore siano venuti a conoscenza dell'ordinanza del giudice. È sempre vietata la pubblicazione delle intercettazioni di cui sia stata ordinata la distruzione o che riguardino fatti, circostanze e persone estranee alle indagini.
La maggioranza riduce le sanzioni per gli editori presentando un emendamento al ddl intercettazioni. Secondo la proposta di modifica presentata dai capigruppo del Pdl e della Lega al Senato, le quote che dovranno essere pagate dagli editori andranno dalle «100 alle 200». Nel testo licenziato dalla Camera si prevedevano invece pagamenti dalle «250 alle 300 quote». Ogni quota può oscillare dai 258 ai 1500 euro.
Se le indagini punteranno a ricercare un latitante, c'é scritto in un emendamento del centrodestra, non dovranno sottostare ai limiti di tempo imposti alle intercettazioni dal nuovo ddl da lunedì all'esame del Senato.
Anche i pubblicisti potranno effettuare registrazioni di comunicazioni e riprese ai fini dell'attività di cronaca. Un emendamento Pdl stabilisce la non punibilità «quando le riprese e le registrazioni sono effettuate ai fini dell'attività di cronaca da giornalisti iscritti all'ordine professionale» e non più, come era nel testo approvato dalla commissione «giornalisti iscritti all'albo professionale».