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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2010 alle ore 13:09.
Pollice verso del Pd sulla manovra del Governo. Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Pd, boccia in pieno la manovra da 24,9 miliardi varata dal Governo. Ecco i suoi perché in un'intervista al Sole 24 Ore.com
Cosa non le piace della manovra?
«Innanzitutto l'antefatto. Non mi piace l'assenza di spiegazioni da parte del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, sullo sforamento delle spese che ha portato a una manovra mastodontica. Quali sono le ragioni per le quali sono saltati gli obiettivi di spesa per acquisto di beni e servizi, con uno sforamento di 5 miliardi? Perché ci sono 4 miliardi in meno di imposte dirette? Cifre che hanno portato a una manovra da 24,9 miliardi, anziché di 15 miliardi».
Cosa manca nella manovre che avrebbe voluto leggere?
«Nella manovra manca un intervento di sostegno alla crescita e, come ha detto Draghi, senza crescita non si fa risanamento. Questa è una carenza sostanziale, che inficia la validità della manovra».
Qual è la norma che le piace di meno?
«È inaccettabile il condono edilizio aperto, con cui si condonano abusi fino al 31 dicembre. È un fatto di una gravità senza precedenti».
E sul fronte dei tagli?
«Sono tagli alla cieca perché da un lato si tagliano diritti e prestazioni sociali e dall'altra si salvaguardano sprechi».
Come giudica il capitolo sulla lotta all'evasione?
«La lotta all'evasione è più propagandistica che effettiva, quando si fa insieme a un condono. Sempre su questo fronte la prima operazione di Tremonti ministro era stata quella di riportare il limite di tracciabilità a 12.500 euro. Oggi la manovra, dopo gli scandali che hanno riempito le pagine dei giornali, lo ha riportato a 5mila euro. In un paese normale qualcuno potrebbe agire per danno erariale».
E il redditometro?
«Il redditometro è mitizzato: con lo scudo fiscale gli evasori che hanno regolarizzato non potranno essere controllati».