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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2010 alle ore 11:13.
Meno mille euro lordi l'anno per un collaboratore scolastico o un assistente amministrativo, da 2.500 a 3mila euro in meno per gli insegnanti. È questo il "contributo" - medio - che pagheranno i lavoratori della scuola per effetto del blocco degli scatti di anzianità, fino al 2013, stabilito dalla Finanziaria 2011-2013, entrata in vigore lo scorso 31 maggio, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge.
Praticamente, una "doppia manovra", che si aggiunge al già annunciato stop ai rinnovi dei contratti, 2010-2012, che per professori e amministrativi significa, secondo le prime stime Uil Scuola e Flc Cgil - altri 1.500 euro in meno a fine triennio.
Situazione "agro-dolce" per i presidi, che porteranno a casa, probabilmente da ottobre, i vantaggi (arretrati e aumenti) collegati al recente rinnovo contrattuale, 2006-2009, (il blocco degli stipendi scatterà in base ai valori 2010 - e non più quindi 2009, come invece previsto nelle bozze iniziali della manovra).
Subiranno, invece, dal 1° gennaio 2011, un taglio del 5% (circa 400 euro l'anno) della retribuzione di parte variabile, e, soprattutto, come insegnanti a Ata, il blocco del rinnovo del contratto triennale. Una misura che "pesa molto", come ha spiegato al Sole24Ore.com il presidente nazionale dell'Anp, Giorgio Rembado, perché significa «rinviare di altri 3 anni la partita della perequazione esterna con la dirigenza statale dell'Area 1, con un gap in busta paga che arriva fino a 2mila euro lordi al mese».
Effetti marginali avrà la dilazione dell'erogazione della buonuscita (in 2-3 rate annuali, entro 3 anni dalla cessazione del lavoro), visto che (grazie a una modifica dell'ultima ora) si applicherà solo a stipendi superiori ai 90mila euro. Il che dovrebbe far salve praticamente tutte le liquidazioni del personale docente e Ata (che non arrivano a percepire simili stipendi), anche quelli che andranno in pensione dal prossimo 1° settembre, che riceveranno quindi l'intera buonuscita in soluzione unica. A essere colpiti semmai sono i dirigenti generali del ministero dell'Istruzione, che, secondo alcune voci, in vista della mala parata starebbero pensando di lasciare subito il servizio.
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