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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2010 alle ore 12:07.
Nuovo ultimatum della Commissione Ue all'Italia sulle pensioni pubbliche: se non equiparerà immediatamente l'età pensionabile tra uomini e donne sarà nuovamente deferita alla Corte di giustizia europea. L'avvertimento - secondo quanto apprende l'Ansa da fonti vicine al dossier - è contenuto in una nuova lettera che Bruxelles ha inviato alle autorità italiane, chiedendo loro di adeguarsi al più presto alla sentenza della Corte europea di giustizia che già nel 2008 intimava all'Italia di innalzare l'età pensionabile delle dipendenti pubbliche, portandola a 65 anni anni, lo stesso livello previsto per i colleghi maschi.
Nella missiva - riferisce l'Ansa - si chiedono spiegazioni sui ritardi e si sottolinea come la questione sia rimasta irrisolta dopo i tanti richiami succedutisi negli anni; e nonostante nel giugno 2009 Bruxelles abbia aperto una nuova procedura di infrazione nei confronti di Roma proprio per la mancata attuazione della sentenza della Corte.
Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi incontrerà lunedì a Lussemburgo la commissaria Viviane Reding per trattare sulla richiesta europea di ridurre la gradualità nel pensionamento delle donne del pubblico impiego. Lo ha annunciato lo stesso ministro in occasione della missione degli imprenditori italiani in Cina: «Cercherò di agire al meglio per una soluzione che sia definitiva» ha detto il ministro.