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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2010 alle ore 10:18.
Partirà in questi giorni una nuova "corsa alla pensione"? Il decreto legge che sposta in avanti la data di decorrenza dell'assegno rappresenterà una spinta a lasciare il lavoro prima possibile, come talvolta è accaduto in passato?
In realtà, il Dl n. 78 del 31 maggio 2010 non consente di mettere in atto strategie particolari per evitare tempi di attesa più lunghi. Tempi di attesa che, rispetto alle regole attuali, possono arrivare a 9 mesi in più per i dipendenti e ben 12 mesi per gli autonomi. Impossibile, quindi, immaginare una fuga in massa, anche se è plausibile ipotizzare che quanti sono già ora nelle condizioni di lasciare il lavoro (o lo saranno entro fine anno) sceglieranno di accelerare la propria "uscita".
Le nuove decorrenze della pensione sono legate al momento in cui si maturano i requisiti. Lo spartiacque è il 1° gennaio 2011. Chi taglia il traguardo dei requisiti a partire da questa data dovrà applicare le nuove regole. Restano naturalmente fatti salvi i casi espressamente esclusi dal decreto legge stesso: il personale della scuola, che continua a usufruire dell'unica finestra del 1° settembre dell'anno in cui si maturano i requisiti; chi al 30 giugno aveva già in corso il periodo di preavviso con raggiungimento dei requisiti entro la data di cessazione del rapporto di lavoro; chi al raggiungimento di limite di età perde, come i piloti e gli autisti di mezzi pubblici, il titolo abilitante allo svolgimento dell'attività; i lavoratori in mobilità con accordo stipulato entro il 30 aprile 2010 e che maturano i requisiti della pensione entro il periodo di fruizione dell'indennità di mobilità, con tetto di 10mila unità, nel quale rientrano anche i titolari di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà (esuberi nelle banche, tanto per citare il caso più diffuso).
Ci sono, poi, alcune situazioni sulle quali vale la pena soffermarsi. Si pensi a chi, pur avendo già ora maturato i requisiti per accedere al pensionamento, ha scelto di non lasciare il lavoro. Per questi lavoratori continueranno a valere le "vecchie" finestre. Analogo discorso riguarda tutti coloro i quali matureranno i requisiti per il pensionamento entro la fine dell'anno. Anche per loro continueranno a valere le "vecchie" regole.