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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 17:42.
Sulla strada del rigore intrapresa dall'Europa anche «noi ci siamo adeguati con una manovra che riduce il perimetro della spesa pubblica e incentiva la ripresa dell'economia». A dirlo é il premier Silvio Berlusconi nel corsd della conferenza stampa con il presidente del Consiglio europeo, il belga Van Rompuy, a palazzo Chigi. Intanto, mentre ha preso il via al Senato l'iter parlamentare della manovra, da Lussemburgo Tremonti, a margine dell'Ecofin, ribadisce che la manovra finanziaria «deve restare a saldi e soldi invariati», precisando che dalla lotta all'evasione fiscale si attendono «risultati eccezionali» già nel 2010, accanto a maggiori entrate fiscali e contributive per 1,8 miliardi, di cui 0,5 di entrate diverse, come canoni. Domani intanto iniziano in commissione Bilancio al Senato le audizioni preliminari al decreto di manovra.
Promette battaglia il leader del Pd Bersani. «Abbiamo letto questa manovra, compresa la relazione tecnica, e siamo sempre più convinti che non ci porti da nessuna parte, che fra un anno saremo da capo, avendo dato un colpo ai redditi medi e bassi e agli investimenti che possono portare un pò di lavoro e crescita». E annuncia opposizione in parlamento e una serie di manifestazioni locali, con una iniziativa centrale a livello nazionale a Roma il 19 giugno. «Presenteremo un'altra politica economica - dice il leader del Pd - parleremo di crescita e di lavoro, che danno un senso alla parola rigore, e cercheremo di dare voce ai protagonisti sociali più colpiti dalle misure del governo».