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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 16:43.
Primo via libera in commissione Affari costituzionali della Camera alla soppressione delle province con meno di 200 mila abitanti. L'emendamento del relatore Donato bruno (Pdl) alla carta delle autonomie è stato approvato con i voti di Pdl e Lega. Il testo originario dell'emendamento, contro cui hanno votato Pd, Udc e Api, é stato modificato con l'approvazione di un sub-emendamento Lorenzin (Pdl) che abbassa a 150 mila abitanti per la soppressione delle province che abbiano almeno la metà di territorio montano.
Le province che - in base a quanto stabilito dagli emendamenti al ddl sulla Carta delle autonomie - dovrebbero essere abolite perchè al di sotto dei 200 mila abitanti secondo i dati Istat relativi all'anno 2009 sono quattro: Vercelli (180.111 ab.) in Piemonte ,Isernia (88.895 ab) in Molise, Fermo (176.488 ab) nelle Marche e Vibo Valentia (167.334 ab) in Calabria. Altre tre province sono ancora in forse perchè pur avendo meno di 200 mila abitanti potrebbero non rientrare in quanto al 50 per cento con territorio montano; si tratta della provincia di Biella e Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte, e di Crotone in Calabria.
L'emendamento sulle province era l'unico rimasto da votare. Ora si attendono i pareri delle commissioni competenti sull'intero articolato, che molto probabilmente domani avrà l'ok con il mandato al relatore a riferire in assemblea. Il testo sarà in aula lunedì 14 giugno.
L'emendamento di Donato Bruno delega il governo a procedere entro un anno alla soppressione delle province con meno di 200 mila abitanti «in base all'entità della popolazione di riferimento, l'estensione del territorio di ciascuna provincia e il rapporto tra la popolazione e l'estensione del territorio e tenendo conto della peculiarità dei territori montani ai sensi dell'articolo 44 della costituzione».
«Il Pd ha votato contro l'emendamento Bruno perché é incostituzionale - ha dichiarato Gianclaudio Bressa - perché contraddice il principio espresso dall'articolo 135 della Costituzione che non prevede la soppressione ma la modifica dal basso».