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Norme e Tributi Diritto

Cosa c'è nelle 12 modifiche del Pdl sulle intercettazioni

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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2010 alle ore 18:29.

Si modifica nuovamente la disciplina delle intercettazioni d'urgenza e fuori termini, individuate nuove sanzioni per le imprese editrici per la pubblicazione di atti di un procedimento penale. È stato poi soppresso l'emendamento che cancella l'arresto in flagrante per i reati di violenza sessuale, anche a danno di minori e di gruppo, facendo scendere a 12 le proposte di modifica presentate dal relatore Roberto Centaro (Pdl) al ddl sulle intercettazioni, all'esame di Palazzo Madama. Resta in vigore l'attuale normativa sulle intercettazione degli 007 e per stoppare la "spettacolarizzazione" dei processi, viene attribuito al presidente della Corte d'appello il compito di autorizzare le riprese audiovisive dei dibattimenti, anche senza il consenso delle parti, quando sussiste un interesse sociale rilevante alla conoscenza del dibattimento. Mano morbida, invece, sui reati sessuali di minore gravità e a danni dei bambini, per i quali scatterà l'arresto in flagranza «solo eventuale». Ecco un rapido abc di tutte le novità contenute nei 12 emendamenti del relatore al ddl intercettazioni, tutti recepiti nel ddl sulle intercettazioni sul quale il Governo ha posto la fiducia.

Applicazione disposizioni ai giudizi pendenti (emendamento 1.812). Si applicano anche ai giudizi pendenti le disposizioni legate al divieto di pubblicazione di immagini (articolo 114 cpp), il divieto di trascrizione delle parti di conversazioni riguardanti esclusivamente fatti, circostanze e persone estranei alle indagini (articolo 268, comma 7-bis), l'obbligo del segreto sulle indagini (articolo 329) e l'obbligo del segreto sulle intercettazioni (articolo 329-bis) e le disposizioni di attuazione del codice di procedura penale contenute negli articoli 129 (riserva di appello ed estinzione del processo) e 147 (riprese audiovisive nei dibattimenti).

Arresto in flagranza facoltativo (emendamento 1.808). Che viene esteso anche ai reati di violenza sessuale, nei casi di minore gravità, e agli atti sessuali con minorenne, sempre nei casi di minore gravità.

Arresto in flagranza obbligatorio (emendamento 1.807). Si tratta dell'emandamento soppresso che puntava a cancellare il comma 22 dell'articolo 1 del provvedimento, che prevedeva l'arresto in flagrante per i delitti di violenza sessuale, di atti sessuali con minore e di violenza sessuale di gruppo. L'emendamento in questione è stato soppresso e quindi il comma 22 resta in piedi. Con la conseguenza che nei casi di violanza sessuale, anche di gruppo e a danno di minori, scatta (obbligatoriamente) l'arresto in flagranza.

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Tags Correlati: Autorità giudiziaria | Corte d'Appello | Normativa | Palazzo Madama | PDL | Roberto Centaro

 

Intercettazioni d'urgenza (emendamento 1.802). Si prevede che nei casi di urgenza, quando vi è fondato motivo di ritenere che dal ritardo possa derivare grave pregiudizio alle indagini, il pubblico ministero dispone le intercettazioni con decreto, motivato contestualmente e non successivamente modificabile o sostituibile, che va comunicato immediatamente e comunque non oltre 3 giorni al Tribunale, che entro 3 giorni dalla richiesta, decide sulla sua convalida.

Intercettazioni fuori termini (emendamento 1.803). Se dalle indagini emerge che le intercettazioni possono consentire l'acquisizione di elementi fondamentali per l'accertamento del reato per cui si procede o che dall'intercettazione possano, comunque, emergere indicazioni rilevanti per impedire la commissione di alcuni dei reati per i quali è consentita l'intercettazione, e sono scaduti i termini, il pubblico ministero, con decreto eventualmente reiterabili, dispone, comunque, le operazioni per non oltre 3 giorni. È tenuto a trasmettere, anche per via telematica, al Tribunale gli atti rilevanti ai fini della convalida.

Intercettazioni degli 007 (emendamento 1.805). Viene cancellata la norma che ammetteva, seppur con diverse cautele, l'intercettazione di utenze riconducibili ad appartenenti al Dipartimento delle informazioni per la sicurezza o ai servizi di informazione per la sicurezza. Resta quindi in vigore l'attuale articolo 270-bis del Cpc che dispone l'immediata secretazione delle intercettazioni che possono essere utilizzate solo previo via libera del premier se non coperte da segreto di Stato.

Riprese audiovisive dei dibattimenti (emendamenti 1.809). Viene attribuito al presidente della Corte d'appello il compito di autorizzare le riprese audiovisive dei dibattimenti, anche senza il consenso delle parti, quando sussiste un interesse sociale rilevante alla conoscenza del dibattimento.

Paletti alle intercettazioni di comunicazioni in atto (emendamento 1.811). Le disposizioni di modifica del Codice di procedura penale, a parte quanto indicato nei commi 40, 41 e 42, non si applicano ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore della legge, alle intercettazioni di comunicazione per le quali è già stato emesso il provvedimento di autorizzazione o di proroga. Viene fatta salva la validità delle intercettazioni precedentemente disposte, ma non possono ulteriormente proseguire, a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge, per un tempo superiore alla durata massima stabilita dall'articolo 267 del cpc, come modificato dal comma 11.

Sanzioni per le imprese editoriali (emendamento 1.810). Sanzione pecuniaria fino a 500 quote a chi viola l'articolo 377-bis del codice penale (induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria). Sanzione di 300 quote per la pubblicazione arbitraria di intercettazioni di un procedimento penale, di 200 quote per la pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, "anche per riassunto o a guisa d'informazione".

Sì alle intercettazioni di comunicazioni tra presenti (emendamento 1.801). Ma solo se vi è fondato motivo di ritenere che nei luoghi dove è disposta la "microspia" si stia svolvendo l'attività criminosa. Tuttavia, la disposizione prevede, anche, che qualora dalle indagini svolte emerga che l'intercettazione potrebbe consentire l'acquisizione di elementi fondamentali per l'accertamento del reato per cui si procede o che dall'intercettazione possano, comunque, emergere indicazioni rilevanti per impedire la commissione di alcuni dei reati per i quali è consentita l'intercettazione, (e la stessa debba essere eseguita in luoghi diversi dal domicilio), il Pm può disporre l'intercettazione per non oltre 3 giorni.

Sostituzione "forzosa" del Pubblico ministero (emendamento 1.800). Vengono introdotti 2 nuovi casi in cui scatta l'obbligo di sostituire il Pm dall'udienza. Il primo, è che rilasci pubblicamente dichiarazioni concernenti il procedimento affidatogli. La seconda riguarda, invece, l'ipotesi in cui risulti iscritto nel registro delle notizie di reato per rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale. Vale la pena ricordare che, fuori da queste 2 nuove ipotesi e da quelle già previste dall'articolo 53 del codice di procedura penale, il Pm può essere sostituito solo con il suo consenso.

Utilizzo intercettazioni (emendamento 1.806). Si dispone che i risultati delle intercettazioni non possano essere utilizzati qualora, nell'udienza preliminare o nel dibattimento, il fatto risulti diverso e in relazione a esso non sussistano i limiti di ammissibilità previsti per consentire un'intercettazione.

Vietato distruggere intercettazioni prima del deposito (emendamento 1.804). La disposizione vieta espressamente di disporre lo stralcio delle registrazioni e dei verbali attinenti al procedimento, prima del loro deposito in segreteria da parte del pubblico ministero.

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