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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2010 alle ore 11:22.
Via libera del Senato al ddl intercettazioni con 164 sì e 25 no. A favore hanno votato Pdl e Lega, contrari Idv, Udc, Api e radicali. Non hanno partecipato alla votazione i senatori del Pd, dell'Mpa e delle autonomie. Ora, pur in un quadro politico di tensioni, sospetti e rancori (si veda la videoanalisi di Stefano Folli) il testo torna alla Camera per l'approvazione definitiva. L'aula nella nottata e nella mattinata è stata occupata dai senatori dell'Italia dei Valori, in segno di protesta contro la fiducia posta dal governo sul ddl intercettazioni. Hanno occupato i banchi dell'emiciclo destinati al governo, fino all'espulsione disposta dal presidente del Senato, Renato Schifani. «Da qui - ha dichiarato in aula la presidente dei senatori Pd Finocchiaro - comincia il massacro della libertà».
Da domani in edicola giornali listati a lutto, manifestazioni davanti alle sedi istituzionali .
Per il 9 luglio è stata fissata una «giornata del silenzio per la stampa italiana con lo sciopero generale contro il ddl intercettazioni». Lo ha annunciato il segretario Fnsi, Franco Siddi. «Dovrà coincidere con la giornata finale di discussione del ddl - ha spiegato Siddi - quindi se sarà altrimenti cambieremo la data».Queste le iniziative che la Federazione nazionale della Stampa (Fnsi) metterà in campo «per significare con immeditatezza l'allarme grave che si pone non per questo o quel cittadino di destra di sinistra, ma per il corretto svolgersi del circuito democratico» dopo il sì del Senato alla legge sulle intercettazioni. «Abbiamo chiesto a editori e direttori - ha annunciato Siddi, in piazza Navona, dove durante la votazione al Senato si è tenuto un presidio contro la cosiddetta «legge-bavaglio» - di predisporre un impianto comune per la prima pagina in cui si segnali il corpo mortale inferto alla libertà. Se gli editori non ci staranno pubblicheremo noi a pagamento un necrologio perchè sia chiaro l'allarme».
Il Guardasigilli Angelino Alfano ha detto che con l'approvazione delle nuove norme «abbiamo realizzato un punto del programma» elettorale del Pdl. E ha respinto la «drammatizzazione» delle opposizioni del voto sulle intercettazioni, parlando nvece di un «voto sereno». «Su quattro grandi questioni (i presupposti per l'intercettazione, la durata delle intercettazioni, la pubblicazione, uso che se ne può fare dentro e fuori le aule dei tribunali) più volte abbiamo aperto al confronto in maggioranza e con le opposizioni. Per questo non é difficile affermare che dopo la bella votazione alla camera, dove abbiamo ricevuto i voti anche da una parte delle opposizioni, c'é stato oggi un sereno voto di fiducia, proprio perché si é determinata questa convergenza».