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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2010 alle ore 15:51.
Disco verde al regolamento di attuazione del Codice dei contratti pubblici. Il sì definitivo è arrivato dal Consiglio dei ministri, con il commento soddisfatto del ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli: «Per la prima volta nel nostro Paese, le disposizioni normative nel settore vengono racchiuse in un unico testo« e questo fatto porterà «più trasparenza negli appalti e semplificazione delle procedure».
Con le nuove, ha spiegato Matteoli, si è voluto «fornire alle stazioni appaltanti e agli operatori economici del settore dei contratti pubblici un valido strumento di guida e di supporto completo e organico, articolato secondo il susseguirsi delle diverse fasi dalla programmazione al collaudo». Uno strumento, quindi, ha aggiunto, «di agevole consultazione per tutti i soggetti interessati che semplificherà i vari passaggi dal progetto, all`opera finita».
Ance, Agi, e Federcostruzioni plaudono al nuovo regolamento. Per il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti, «l'approvazione delle nuove norme favorirà il lavoro delle imprese sane con un occhio di riguardo per le medio piccole che soffrono di più in questo particolare periodo di crisi». Per Buzzetti il varo del regolamento «può costituire un buon viatico per la riforma complessiva delle regole degli appalti alla quale l'Ance, sotto l'egida del ministero, insieme a tutti i principali attori pubblici e privati del settore sta lavorando in questi mesi e che mi auguro possa venire alla luce al più presto».
Critiche, invece, arrivano dal sindacato degli edili Filca Cisl. «È un momento che aspettavamo da anni e siamo lieti che sia arrivato - spiega il segretario generale della Filca, Domenico Pesenti - Ciò non toglie che il testo sia carente in almeno tre punti: il subappalto a catena, il massimo ribasso e la responsabilità in solido dell'appaltante». Il nuovo provvedimento, ha spiegato Pesenti, non debella il subappalto a catena», un fenomeno «che apre spazi a vicende come quelle di Anemone e comporta lo sfruttamento della
manodopera, con ripercussioni soprattutto sulla sicurezza nei cantieri. Ci saremmo inoltre aspettati - prosegue - interventi più decisi sul massimo ribasso» pratica che «deve essere abolita e sostituita in tutti gli appalti dall'offerta economicamente più vantaggiosa». Infine, il dirigente sindacale chiede che «chi appalta risponda in solido direttamente delle violazioni contrattuali dei propri subappaltatori».