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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2010 alle ore 15:34.
Meglio l'innovazione "vecchia". Il paradosso è voluto, ma sembra emergere con chiarezza dall'analisi dei vari servizi telematici che la pubblica amministrazione ha attivato negli anni, e che ad offerte in grado di cambiare la vita quotidiana di chi li utilizza affiancano novità ricche di promesse ma povere di realizzazioni, almeno fino a oggi.
Per testare il sistema Il Sole 24 Ore ha scelto dieci servizi telematici, i più significativi per platea interessata e impatto sulla vita e sul lavoro degli utenti, e ha chiesto a un panel composto da professionisti ed esperti di dare i voti a ciascuno di loro. Le pagelle non lasciano dubbi: lode e menzione d'onore all'invio telematico delle dichiarazioni fiscali, attivo da un decennio, promozione senza problemi per F24 e invii telematici di bilanci e rapporti di lavoro, mentre ripetono l'anno le carte dei servizi, la posta elettronica certificata e Comunica. A conti fatti, a non appassionare i giudici sono proprio le novità clou degli ultimi due anni.
«Il rodaggio è importante – precisa Pierluigi Ridolfi, accademico dei lincei, già manager Ibm, membro del Cnipa e presidente della commissione governativa sulla dematerializzazione –, anche perché i servizi siano accettati dagli utenti». In effetti, la stessa domanda fatta dieci anni fa non avrebbe prodotto lo stesso entusiasmo intorno al fisco telematico. I nodi, però, sono anche altri. I voti a ogni servizio seguono cinque criteri, dal grado di semplificazione portato dalla telematica rispetto alle vecchie procedure fino alla rapidità delle risposte fornite dalla pubblica amministrazione e alla presenza di strutture di assistenza che affiancano l'utente quando qualcosa non funziona. Il tema chiave, però, è il «grado di telematicità» della procedura: ci sono servizi che vivono interamente sullo schermo del computer, e altri che invece impongono un passaggio «fisico», spesso la richiesta di password o altre credenziali che possono essere forniti solo da uno sportello tradizionale. La differenza è cruciale. Un cittadino, per esempio, ha bisogno di un certificato di residenza dal comune, ma per ottenerlo online deve avere una password, da chiedere presentandosi all'ufficio anagrafe: una volta allo sportello, è più logico chiedere direttamente il certificato piuttosto che la password, il cui futuro utilizzo rimane eventuale. Incertezze che contribuiscono a frenare le performance della pubblica amministrazione italiana, che secondo un'indagine diffusa ieri dalla Cgia di Mestre è 97esima nel mondo per efficienza.