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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2010 alle ore 19:43.
Aiuti su misura con lo sponsor parlamentare. Neppure la crisi e la manovra finanziaria taglia spese voluta dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, per adeguarsi alle richieste delle istituzioni europee, hanno potuto tenere a freno la "generosità" di deputati e senatori. E così anche quest'anno, con una riedizione soft della "legge mancia", sia Montecitorio che a Palazzo Madama sono andate in scena le consuete trattative interne per premiare i collegi elettorali ovvero il territorio di riferimento dei singoli parlamentari attraverso finanziamenti mirati, a volte di poche migliaia di euro, altre volte più cospicui.
I beneficiari. I fondi sono stati inseriti in due decreti targati ministero dell'Economia. Il primo è stato emanato a febbraio su proposta della commissione Bilancio della Camera. Il secondo, per assecondare le istanze dell'analoga commissione del Senato, pochi giorni fa. Nell'insieme a circa un migliaio di enti saranno distribuiti – nel triennio 2009-2011 – 212 milioni di euro. La copertura normativa dei due decreti risale al decreto legge 112 del 2008 con il quale, tra le altre cose, il Governo Berlusconi da poco insediatosi intendeva promuovere "il risanamento, il recupero dell'ambiente e lo sviluppo economico". Un ombrello ampio sotto il quale sono finiti interventi piuttosto variegati e non sempre giustificati. Comuni, Province, parrocchie, associazioni e fondazioni potranno, in ogni caso, contare su erogazioni per eseguire lavori, ristrutturazioni e opere di riqualificazione che altrimenti, con la chiusura del rubinetto dei trasferamenti statali deliberata dalla prossima finanziaria, si rivelerebbero di difficile attuazione.
L'elenco dei fondi è lungo. Spulciando le tabelle che pubblichiamo qui ciascuno potrà verificare quanti soldi saranno convogliati nella propria città e per quali iniziative. E magari indovinare a quale parlamentare si deve la "gratifica". Basta incrociare la residenza di deputati e senatori per farsi un'idea sul possibile abbinamento. Per i parlamentari, del resto, è motivo di orgoglio riuscire a spuntare più risorse per i propri elettori. Ma certo, con parametri tanto vaghi, rimane la sensazione di un privilegio obsoleto che preminado alcuni finisce per negare i medesimi benefici a tanti altri senza una giustificazione "oggettiva".