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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2010 alle ore 09:04.
Si allargano le sinergie nel cuore della Mitteleuropa. "Sanicademia", la prima scuola tranfrontaliera per la formazione congiunta degli operatori della salute, conquista nuovi spazi. Oltre a Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Land Carinzia, la macroregione sanitaria si estende ulteriormente oltre i confini nazionali. «Anche la Slovenia è entrata a far parte di Sanicademia – spiega l'assessore alla Sanità del Friuli-Venezia Giulia, Vladimir Kosic, che dal 2008 ha la delega per la cooperazione sociosanitaria internazionale –. L'ingresso è stato infatti all'ordine del giorno del comitato esecutivo che si è riunito l'altro ieri». In realtà, la storia di Sanicademia risale a quattro anni fa: nel febbraio 2006 l'atto costitutivo, mentre il regolamento è stato approvato il 13 settembre 2007 dall'assemblea dei membri.
«Nell'ambito della collaborazione transfrontaliera, l'entrata di uno stato membro in una macroregione è un fatto di grande importanza» sottolinea Luigi Bertinato, dirigente della Regione Veneto e vicepresidente di Sanicademia. L'obiettivo è quello di trovare attività formative che vengano universalmente riconosciute, per far sì che gli operatori sanitari possano lavorare in tutti gli ospedali di questa parte d'Europa. «Si tratta dell'unica accademia tranfrontaliera finora esistente – dice ancora Bertinato –, tanto che la presidenza belga della Ue l'ha inserita nella conferenza ministeriale sul personale sanitario in programma il 9 e 10 settembre».
Per il progetto è stato utilizzato lo strumento dei "Geie" (gruppo europeo di interesse economico). Sanicademia organizza un programma di formazione comune con rilascio di crediti (Ecm italiani ed europei) agli operatori sanitari, e inoltre master e corsi post laurea. «Tra i temi sui quali ci stiamo impegnando, il riconoscimento dei titoli di studio – spiega Roberto Brancati, responsabile del progetto per il Fvg – ma anche un accreditamento uniforme dei titoli Ecm. È inoltre in discussione la direttiva europea che imporrà l'interoperabilità dei diversi sistemi. L'Euroregione potrebbe diventare un laboratorio di integrazione europea».
Intanto, il progetto dell'Euroregione Alto-Adriatica corre lungo tre direttrici fondamentali: oltre alla formazione congiunta, la collaborazione sulla qualità degli ospedali e la mobilità dei pazienti. Un aspetto fondamentale è la possibilità di accedere insieme ai fondi Ue previsti per la sanità e la ricerca biomedica, oltre ai finanziamenti Interreg e Obiettivo 3. E per avere un'idea delle risorse, basta pensare che, solo in Veneto, sono attivi 64 progetti europei, per un valore di circa 60 milioni.