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Norme e Tributi Lavoro

Per i commercialisti più vicina la tariffa unica

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2010 alle ore 14:37.

MILANO - Come «auspicato» all'assemblea dei presidenti – si veda Il Sole 24 Ore dell'1 luglio – è stato depositato ieri il parere positivo del Consiglio di stato sulla nuova tariffa unificata «dei dottori commercialisti e degli esperti contabili».
Positivo ma con alcune osservazioni, legate al fatto che l'aumento degli importi – l'attuale Tariffa in vigore è datata 1994 – supera, con il 54,8%, il tetto inizialmente proposto del 50 per cento.

Inoltre, i giudici si confermano contrari all'introduzione di un compenso forfetario del 12,5% dell'importo degli onorari spettanti a fronte delle spese generali di studio, in assenza di un tetto massimo a tutela del cliente. Il rischio è quello che, per importi in parcella medio-bassi, tale forfait risulti un aggravio troppo oneroso.
Tuttavia, il Consiglio di stato riconosce che si è provveduto «alla trasformazione in euro dei precedenti parametri monetari delle tariffe espressi in lire, nel rispetto dei criteri di conversione senza ulteriori arrotondamenti». Così come si prende atto che il ministero della Giustizia ha mantenuto «l'indicazione dell'onorario minimo come onorario di riferimento, derogabile per accordo delle parti».

In relazione alla facoltà, per il professionista, di adire il Consiglio dell'Ordine per vedersi riconosciuti onorari equi, in caso di disaccordo col cliente, i giudici amministrativi (già contrari a questa possibilità) apprezzano però l'introduzione, a salvaguardia del cliente, che questo sia obbligatoriamente convocato in sede di rilascio del parere di liquidazione.
Infine, i giudici concordano sulla rinuncia ministeriale a introdurre nuovi criteri per la determinazione dei compensi per i componenti del collegio revisori, preferendo l'impostazione in base alla quale gli onorari indicati «non esprimono una gamma da un minimo a un massimo, bensì quelli spettanti per l'estremo inferiore e per quello superiore dello scaglione di riferimento entro il quale va calcolato proporzionalmente il compenso, in base ai componenti positivi di reddito lordi».

A questo punto, il parere – obbligatorio ma non vincolante nei suoi rilievi per il ministero della Giustizia – potrebbe ancora influenzare la formulazione della Tariffa che, a questo punto, uscirà via decreto ministeriale da pubblicare in Gazzetta ufficiale.

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«Soddisfatto» si dice il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, Claudio Siciliotti, «perchè siamo alle ultime fasi di quella che si appresta a diventare la prima Tariffa della professione di commercialista unificata dall'Albo unico». Sugli aumenti superiori al 50% rilevati dal Consiglio di Stato, Siciliotti si limita a considerare che «gli onorari di riferimento erano fermi dagli anni'90 e da molto prima che entrasse in vigore l'euro», così come si dice d'accordo con i giudici sulla corretta applicazione di compensi «coerenti – conclude Siciliotti – semplificati e trasparenti» ai componenti del collegio sindacale.

Il quadro

Il deposito
Il Consiglio di Stato ha depositato ieri il parere definitivo sullo schema di decreto riguardante onorari, indennità e criteri per il rimborso delle spese per prestazioni professionali dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Il parere è positivo con alcune osservazioni. Il precedente Dm era del 1994

Le osservazioni
Il Consiglio di stato critica lo sforamento al 54,8% del tetto del 50% precedentemente prefissato per "contenere" gli aumenti. Inoltre, la Giustizia non ha ritenuto di recepire la fissazione di un tetto massimo al compenso forfetario del 12,5% dell'onorario per spese di gestione dello studio.

La procedura
La Giustizia dovrà ora concludere la redazione della tariffa da pubblicare in Gazzetta ufficiale sotto forma di decreto ministeriale

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