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Norme e Tributi Diritto

L'autotrasporto torna alla tariffe minime

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Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2010 alle ore 12:24.

Nel settore dell'autotrasporto tornano le tariffe minime anche nei contratti scritti. È questa la novità più rilevante contenuta nel decreto legge all'esame del Consiglio dei ministri di oggi. Il provvedimento recepisce i contenuti dell'accordo a tre (Governo, committenti, autotrasportatori), siglato il 17 giugno, su cui pesa il secco no di Confindustria, che nel ripristino dei costi minimi – azzerati nel 2006 dallo stesso Berlusconi – intravede un freno alla libertà negoziale delle imprese.

Il testo dell'intesa (che ha ricevuto il consenso unanime di tutte le sigle dell'autotrasporto eccetto Trasporto Unito e garantisce una pace sociale, tra le parti, di ventiquattro mesi) era confluito in tre emendamenti alla manovra firmati Anna Cinzia Bonfrisco che, superato l'esame della commissione Bilancio, sono poi stati espunti dal maxi–emendamento che ha incassato la fiducia di Palazzo Madama, per motivazioni definite dal ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli «tecnico-procedurali». Sui costi minimi il decreto rimanda ad accordi di settore che dovranno essere stipulati tra associazioni e committenza entro nove mesi dall'entrata in vigore della nuova norma, altrimenti saranno fissati dall'Osservatorio della Consulta. Un meccanismo che – secondo Confindustria – rischia di generare una serie di cartelli anti–concorrenziali all'interno di ciascun settore merceologico e tra settori.

Ma nel difendere il contenuto del decreto, maturato dopo sei mesi di tavolo a tre, il sottosegretario alle Infrastrutture, Bartolomeo Giachino, ricorda che «gli accordi potranno derogare ai costi minimi e invita a sfruttare la pace sociale per lavorare sulle intese e rendere il settore più competitivo». Al momento però, ancora nessun passo indietro da parte dell'Unatras (la sigla più agguerrita del settore autotrasporto) che all'indomani della fumata nera sulla manovra ha minacciato il fermo dei Tir. «Ci riserviamo di valutare nel corso del nostro esecutivo del 26 luglio se il Governo avrà recepito gli impegni presi», commenta Paolo Uggè. presidente Fai. Che manifesta qualche preoccupazione sulla riapertura dei giochi in sede parlamentare.

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Tags Correlati: Anna Cinzia Bonfrisco | Bartolomeo Giachino | Bilancio | Confetra | Confindustria | Consiglio dei Ministri | Corte Costituzionale | Normativa | Palazzo Madama | Paolo Uggè | Piero Luzzati |

 

Sul fronte opposto, quello della committenza, gli fa eco Piero Luzzati, direttore generale di Confetra (la confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica), che a giugno, in linea con Assologistica, ha comunque espresso alcune riserve sul documento: «La strada ora è tutta in salita: bisogna ricominciare da capo».

La seconda colonna portante del Dl (e che ha tenuto alto il dibattito durante i sei mesi di tavolo sull'autotrasporto) è il principio della responsabilità solidale di tutta la filiera per il mancato pagamento dell'ultimo sub–vettore. In sostanza si prevede che quest'ultimo (scattati dodici mesi dalla approvazione del decreto) possa rivalersi dei corrispettivi non versati anche nei confronti del soggetto iniziale della filiera e non soltanto di chi lo ha ingaggiato. Anche in questo caso secca presa di posizione da parte di Confindustria, che definisce «ingiustificata e giuridicamente insostenibile la scelta».

Tra le altre novità del decreto legge da segnalare la nuova disciplina sui tempi di carico e scarico della merce: dopo due ore scatta un rimborso. Rispetto all'intesa siglata a giugno, però, il provvedimento all'esame del Consiglio dei ministri di oggi prevede che il committente, una volta versato al vettore l'eventuale indennizzo per il superamento dei tempi di attesa convenuti, possa rivalersi nei confronti dell'effettivo responsabile, anziché nei confronti del titolare del luogo di carico e scarico come previsto originariamente.

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