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Norme e Tributi Approfondimenti

Obbligo al buio sulle black list

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Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2010 alle ore 08:06.


Il buio oltre l'Iva. Più che una battuta, quella che circola fra gli operatori coinvolti dai nuovi obblighi «black list» è la constatazione di un'incertezza crescente in vista del prossimo 31 agosto.
In effetti, la scelta di questa data per l'invio delle fatture relative agli affari conclusi in paesi black list – adempimento previsto dal Dl 40/10 per combattere frodi carosello e cartiere – era già sembrata inopportuna. A renderla inadeguata, secondo molti dei destinatari, è ora il silenzio dell'amministrazione finanziaria che non ha emanato una circolare per chiarire i tanti dubbi che ancora affliggono la nuova disciplina. E l'urgenza è acuita dalla circostanza che molti studi e aziende quest'anno anticiperanno le ferie per tamponare il rallentamento dell'attività produttiva.
Tanto per cominciare, la predisposizione dei programmi necessari per estrarre i dati da trasmettere al fisco è rallentata dall'impossibilità d'individuare con esattezza i paesi black list. La legge richiama due distinti elenchi (Dm 4 maggio 1999 e Dm 21 novembre 2001) senza però specificare come ci si deve comportare nel caso, assai frequente, di paesi inclusi solo in una lista, oppure in entrambe, ma con alcuni elementi di differenziazione. Il Dm del 2001, in particolare, contiene alcuni stati (ad esempio il Principato di Monaco) per i quali la black list riguarda imprese operanti solo in determinati settori, mentre nel Dm del 1999 questi paesi sono richiamati senza distinguo: prevale la lista generalizzata o quella con le eccezioni? Alcuni stati, come Lussemburgo e Corea del Sud, sono poi inseriti nell'elenco del 2001 con esclusivo riferimento a alcune tipologie di società con tassazioni agevolate, ma non indicati nella lista del '99. Questi operatori vanno comunque inseriti nella comunicazione?
Stabiliti i paesi da considerare, si deve affrontare lo screening delle operazioni rilevanti. Un interrogativo ricorrente riguarda le importazioni di beni, che non sono formalmente "acquisti" ai fini del Dpr 633/72, ma la cui esclusione dal monitoraggio potrebbe ridurne fortemente l'efficacia. Altri dubbi riguardano le operazioni non soggette a Iva da evidenziare, in particolare i servizi dell'articolo 7-ter rivolti a stati extra Ue, per i quali non vi sono obblighi specifici di fatturazione e che dunque letteralmente non andrebbero comunicati.

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Tags Correlati: Agenzia Entrate | E. Vial | Fisco | P. Valente | PROROGA

 

Ultimo rebus si incontra con i dati anagrafici di clienti e fornitori. Vanno distinte le persone fisiche indicandone la data di nascita, ma spesso nessuno conosce questi elementi (le imprese vengono individuate con la ditta e non con il nome del titolare). Lo stesso per il codice fiscale che in alcuni stati non è rilasciato. È possibile in questi casi lasciare i campi in bianco senza incorrere in sanzioni? Sanzioni che, come si vede nel grafico a fianco, sono salatissime e possono cumularsi se lo stesso errore viene ripetuto tutti i mesi, senza le riduzioni per continuazione.
Dalle categorie viene dunque segnalata la necessità di una proroga della scadenza, che da fine agosto potrebbe essere ricollocata al 31 ottobre in concomitanza con l'invio degli elenchi trimestrali (concessi a chi ha volume d'affari sotto i 50mila euro). Una proroga che non ritarderebbe di fatto l'azione del fisco contro le frodi Iva, poiché le Entrate, per usare efficacemente i dati di luglio dei mensili, dovranno comunque attendere quelli dello stesso mese dei contribuenti trimestrali.
Una richiesta in tal senso è stata già recapitata da Rete Imprese all'Agenzia. «Per i soggetti obbligati alla presentazione del modello con cadenza mensile, la scadenza del 31 agosto a ridosso della pausa estiva appare troppo ravvicinata – scrivono i rappresentanti di artigiani, commercianti e Pmi – ove anche si considerino le difficoltà relative, da un lato, alla distinta individuazione delle operazioni da includere nel modello e, dall'altro, al reperimento dei dati ed alla corretta compilazione del modello stesso».
Critico sulla scadenza è anche Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, che chiede «un po' più di rispetto» da parte dell'amministrazione: «Premesso che a nostro avviso qualsiasi scadenza diversa dal versamento delle imposte dovrebbe essere collocata al di fuori dei periodi di sospensione feriale dei termini, nel caso delle comunicazioni per i paesi black list troviamo assurdo che siano addirittura collocate dentro questo intervallo temporale. Il disagio è tanto più grande se si considera che siamo alla metà di luglio e ancora nessun chiarimento ufficiale delle Entrate è arrivato sui numerosi punti controversi».
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