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Questo articolo è stato pubblicato il 20 luglio 2010 alle ore 08:06.
ROMA - Sale a oltre 25 miliardi il valore della manovra dopo il passaggio a Palazzo Madama. Un passaggio che, come certificano l'ufficio studi e il servizio bilancio della Camera, ha migliorato l'impatto sul deficit, determinando un'ulteriore riduzione per 77,3 milioni nel 2011, 86,2 milioni nel 2012 e 54,6 milioni nel 2013. Ma se non ci sarà crescita il rischio di un ulteriore intervento correttivo sarà concreto.
Così da ieri ha preso il via, in commissione Bilancio della Camera, l'esame conclusivo della manovra economica del governo. Infatti, come ha spiegato il relatore, Gioacchino Alfano (Pdl), pur se ci sono questioni da approfondire, non ci sono i tempi per modificare il testo giunto dal Senato. Il relatore, infatti, non presenterà emendamenti (il termine è fissato per oggi alle ore 16). Il via libera della commissione è previsto, senza modifiche, per la fine di questa settimana e l'approdo in aula già da lunedì 26 luglio, per chiudere nei due giorni successivi con l'annunciato voto di fiducia.
Secondo Alfano «ci sono alcune questioni che possono essere approfondite come, ad esempio, i tagli alle regioni o ancora i regimi fiscali di attrazione europea (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), ma non ci sono i tempi per operare in questa manovra. Ma da luglio a settembre abbiamo tempo per verificare gli effetti di queste misure e vedere se c'è bisogno di un'altra manovra in cui inserire quello che è rimasto fuori». Una mano al governo e alle regioni per trovare un accordo potrebbe arrivare - ha concluso Alfano - con il federalismo.
E qualche dubbio sulla possibilità che possa arrivare nei prossimi mesi un ulteriore intervento correttivo lo hanno sollevato anche i tecnici di Montecitorio. Questo soprattutto se gli effetti recessivi della manovra non dovessero essere compensati da una maggior crescitadell'economia, così come ipotizzato dal governo.
A migliorare i saldi della manovra dopo le modifiche apportate dal Senato hanno contribuito anche le maggiori entrate (dal 35,5% in media nel triennio nel testo iniziale al 37,8% nel testo all'esame della Camera). L'incremento, spiegano ancora i tecnici, è dovuto: all'aumento del prelievo sostitutivo sui fondi comuni immobiliari chiusi (articolo 32), che assicura un maggior gettito di 40 milioni di euro nel 2011 e di 34 milioni annui dal 2012; alla parziale indeducibilità delle variazione delle riserve tecniche obbligatorie delle assicurazioni che operano nel ramo vita, con un maggior gettito di 99 milioni nel 2010, 363 milioni nel 2012 e 264 milioni di euro annui dal 2013.