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Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2010 alle ore 08:43.
Due volanti per un controllo etilico. La denuncia arriva dal Sap, il Sindacato autonomo di polizia. Perché per passare dalla teoria alla pratica, e quindi dalla legge alla strada, serve intensificare i controlli. Oggi se ne fanno 1,7 milioni, ma si dovrebbe arrivare almeno a tre. Operazione difficile da fare senza mezzi, visto che la nuova legge che ha modificato oltre 80 articoli del Codice della strada non mette un euro in più ai fondi sui controlli e per l'acquisto di etilometri. E la manovra taglia per un altro 10% i fondi della spesa corrente del Dipartimento di pubblica sicurezza.
«Se nel centro cittadino o nei pressi di una discoteca interviene una volante nel corso della sua attività di controllo del territorio e ha necessità di un etilometro – spiega Nicola Tanzi, segretario generale del Sap – deve chiamare una pattuglia della polizia stradale dotata di etilometro». Perché i rilevatori scarseggiano. «E sono a disposizione solo della polizia stradale e di alcune gazzelle dei carabinieri. Qualche comune ne ha comprati alcuni, ma il servizio è innanzitutto effettuato dalla polizia stradale». Bisogna anche considerare, spiega Tanzi, che «molti posti di polizia stradale chiudono la sera e la pattuglia deve controllare fra 100 e 150 chilometri di strade. Difficile fare una effettiva prevenzione».
Da uno scambio di lettere fra il Sap e il ministero dell'Interno risulta l'impossibilità di fornire anche le volanti di etilometri per mancanza di fondi. A disposizione attualmente, spiega il Sap, ci sono circa mille etilometri e 2.600 precursori. Il ministero aveva ipotizzato l'assegnazione diretta alle questure di alcuni etilometri da dislocare negli uffici dove potrebbero essere accompagnati i positivi al primo screening. Ma mancano le risorse, anche perché l'acquisto di un etilometro di qualità costa circa 3mila euro.
«L'aspetto più carente che si registra nei controlli – sottolinea Felice Romano, segretario generale del Siulp – è la carenza di risorse umane. Da anni c'è un grosso deficit, risultato dei tagli che si sono susseguiti senza sosta. Ora la mannaia è arrivata dalla manovra, prima dal decreto Brunetta, ma il risvolto della medaglia è il rischio collasso della sicurezza».