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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2010 alle ore 18:13.
La restituzione dei regali al fidanzato è un gesto di bon ton, ma se lui la pretende con la minaccia rischia la condanna per estorsione. Per questo reato è stato, infatti, condannato dalla Cassazione (si legga la sentenza su Guida al diritto) un ragazzo di Salerno che, non rassegnandosi alla rottura del suo rapporto sentimentale aveva perseguitato in ogni modo la sua ex, passando dal sequestro temporaneo in auto al ferimento.
Tra la vasta gamma di reati messi in atto per "riconquistarla" c'è anche la tentata estorsione. Il ricorrente aveva minacciato sia la ragazza sia i suoi genitori per farsi restituire i regali fatti nel corso del loro rapporto o, in subordine si sarebbe accontentato di un corrispettivo in denaro. Ma non basta. Pur nella disperazione, l'uomo aveva fatto un rapido calcolo delle spese affrontate durante la sua storia d'amore pretendendo la restituzione anche di quelle.
Una sorta di Tfr che la Cassazione bolla come tentata estorsione. Gli ermellini spiegano che se il diritto accampato fosse stato reale e quindi anche "azionabile" in tribunale il reato contestato sarebbe stato quello, meno grave, dell'esercizio arbitrario della proprie ragioni con violenza sulle persone, mentre nel caso della costrizione messa in atto per raggiungere un ingiusto vantaggio che non potrebbe mai essere riconosciuto da un giudice si commette un'estorsione. Questo il crimine – conclude il collegio di Piazza Cavour – per il fidanzato «che dopo la rottura sentimentale con la propria ragazza, faccia ricorso a condotte violente ed intimidatorie per far valere nei confronti della stessa e dei suoi familiari la richiesta – non assistita da alcuna forma di tutela giuridica nel nostro ordinamento – di restituzione di oggetti e somme di denaro elargiti per mero spirito di liberalità come manifestazione del proprio affetto». Gli ex sono dunque avvertiti: un diamante è per sempre