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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2010 alle ore 08:04.
ROMA
«Ancora una vittoria dell'antimafia dei fatti, quella che abbiamo portato avanti dall'inizio di questa legislatura con una serie di successi e risultati concreti che nessuno aveva mai ottenuto prima». Il premier Silvio Berlusconi saluta così l'approvazione da parte del Senato del Piano straordinario di contrasto alle mafie. Un piano diventato legge con l'approvazione all'unanimità dell'aula del Senato, con 279 voti a favore e un astenuto. Nessun voto contrario. «La legalità - aveva detto il presidente del Senato, Renato Schifani - non è esclusiva di nessuno, ma patrimonio di tutti». Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha sottolineato il valore aggiunto del voto unanime sia alla Camera che al Senato: «questo dà forza allo Stato nel contrasto alla criminalità».
La legislazione antimafia, grazie a una delega al governo, sarà riunita in un testo unico, il codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione. «Il codice - ha sottolineato il ministro della Giustizia Alfano - darà finalmente ordine e maggiore efficacia alle leggi e fornirà, ai magistrati e alle Forze dell'ordine, strumenti più incisivi e armi più affilate». La seconda delega consente all'Esecutivo di adottare un decreto legislativo per modificare e integrare la disciplina in materia di documentazione antimafia.
Fra le novità contenute nei 16 articoli del ddl la tracciabilità dei flussi finanziari, con lo scopo di «prevenire le infiltrazioni criminali». In pratica gli operatori economici coinvolti in appalti pubblici o destinatari di finanziamenti pubblici dovranno utilizzare conti correnti bancari o postali dedicati alle pubbliche commesse. Compresi i pagamenti a dipendenti, consulenti e fornitori di beni e servizi. E chi sgarra paga caro: dal 5 al 20% del valore della transazione. Effettuare lavori, servizi e forniture, poi, senza utilizzare un conto corrente dedicato o senza impiegare il bonifico bancario o postale comportano una sanzione dal 2 al 10% del valore della transazione.
Il provvedimento modifica anche alcune disposizioni in materia di accertamenti fiscali nei confronti di soggetti sottoposti a misure di prevenzione o condannati per alcuni reati. Si amplia la platea dei soggetti sottoposti a verifiche e tenuti all'obbligo di comunicare variazioni di entità e di composizione del patrimonio. Modificata anche la procedura delle operazioni sotto copertura. Viene inasprito il regime sanzionatorio per il reato di turbata libertà degli incanti: sarà punito con la reclusione fino a 5 anni (prima fino a 2 anni). Introdotto nel codice penale il nuovo reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente: reclusione da sei mesi a 5 anni e multa da 130 a 1.032 euro per chi, «con violenza o minaccia, o con doni, promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, turbi il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando o di altro atto equipollente, al fine di condizionare le modalità di scelta del contraente da parte della pubblica amministrazione». Istituita, poi, in ambito regionale, una Stazione unica appaltante, con lo scopo di garantire trasparenza, regolarità ed economicità agli appalti pubblici di lavori e servizi.