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Questo articolo è stato pubblicato il 12 agosto 2010 alle ore 08:58.
Tre click per tre incroci mirati: può bastare questo per stanare un libero professionista che, privo di cassa di previdenza autonoma, abbia pensato bene di non versare un euro di contributi alla gestione separata Inps. Possono invece bastare due mosse, invece, per far emergere l'utilizzo indebito da parte di un contribuente di oneri deducibili per i contributi di una colf o di una badante mai avuta, facendo viaggiare i dati in senso inverso dall'Inps verso gli uffici del fisco.
Sono solo alcuni esempi concreti di come può funzionare lo scambio di dati e informazioni tra i differenti attori cui è demandata la lotta all'evasione fiscale e contributiva. Uno scambio e una collaborazione che, una volta migliorata e messa a punto con tutte le convenzioni operative, potrà segnare realmente la svolta della lotta al sommerso: non più realizzata a tappeto e sparando nel mucchio, con il risultato di alimentare spesso e volentieri un contenzioso lungo e oneroso per le casse dello stato, ma al contrario condotta con azioni mirate, quasi chirurgiche (almeno nelle intenzioni).
L'incrocio dei dati informatizzati, infatti, ha come primo obiettivo quello di elaborare liste selettive in relazione a specifici indici di rischio. Sulla base delle liste e di questi indici, per esempio quello del valore aggiunto per addetto utile al fisco con gli studi di settore ma anche all'Inps per verificare il reale numero di lavoratori, saranno gli uffici a livello centrale a diramare istruzioni e modalità di azione alle strutture periferiche per dire dove andare e che cosa cercare in tutte le direzioni: dal rispetto del rapporto di lavoro alle norme anti-infortunistiche, oppure dai versamenti e gli obblighi contributivi a quelli tributari.
O ancora, come nel caso del nostro professionista pescato all'inizio, sarà direttamente l'ufficio centrale ad avviare l'azione di recupero degli importi mai versati. I dati a disposizione della struttura, in questo caso l'Inps, sono di fatto certi. Infatti dopo aver riscontrato sulla base del modello 770 per i professionisti l'attività dal contribuente dichiarata al fisco, il controllore verifica il reddito imponibile dichiarato al fisco dal professionista (Rigo RE 22 o RE23) e poi guarda, nella tabella Ateco, il codice di attività dichiarato per verificare se lo stesso soggetto sia obbligato o meno all'iscrizione nella gestione separata. Dopo questi tre passaggi scatta la richiesta con l'avviso e, se necessaria, la successiva iscrizione al ruolo. Stesso passaggio, tutto a tavolino, anche per i commercianti, dove gli incroci partono tecnicamente dalle dichiarazioni Iva.