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Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2010 alle ore 08:00.
I conti non tornano. All'appello del gettito della cedolare potrebbero mancare da 490 a 639 milioni, nonostante il possibile recupero dell'evasione. Il che non significa che i comuni riceveranno meno soldi di quelli promessi, ma che lo stato dovrà compensare in altro modo il minor gettito.
Proprio partendo dai dati indicati nella relazione tecnica allegata alla bozza del decreto legislativo sul federalismo fiscale, approvato dal consiglio dei ministri il 4 agosto, è possibile rilevare alcune incongruenze. Per l'Economia sono potenzialmente interessati dalla cedolare 15.389 milioni percepiti per canoni di locazione. Questo vuol dire 2.552 milioni di euro di incassi da cedolare al 20% a fronte di 3.295 milioni di euro di perdita di gettito Irpef. Questo importo, indicato dall'Economia, corrisponde a un'aliquota media del 25% sul corrispondente imponibile al netto delle deduzioni, cioè 12.763 milioni. Tuttavia, in un altro passo della relazione l'aliquota marginale media viene indicata nel 32 per cento.
Il grosso del recupero, quindi, dovrebbe basarsi sul recupero dell'evasione degli affitti in nero. Secondo la relazione questo si realizzerà sulle abitazioni ufficialmente a disposizione: la loro rendita catastale complessiva netta è pari a 1.851 milioni e, secondo l'Economia, gli affitti assommano mediamente a otto volte la rendita. Dato che la percentuale di emersione viene indicata nel 15% per il 2011, nel 25% per il 2012 e 2013 per salire al 35% nel 2014, quando l'imposta sarà a regime, questo vuol dire (con la cedolare) che si incasseranno 444 milioni in più per il 2011, 740 per il 2012 e 1.032 per il 2013. Sempre sperando che le percentuali di emersione vengano rispettate. Il risultato finale è però di un minor gettito di 639 milioni nel 2011 e di 490 nel 2014, a regime, mentre i conti finali dell'Economia danno un sostanziale pareggio nei primi tre anni e un meno 246 milioni nel 2014, solo a causa della perdita definitiva di tutto il gettito di bollo e registro. Inoltre, se parliamo di abitazioni a disposizione, consideriamo i circa 500mila contratti in nero che evidentemente ospitano famiglie in abitazione principale. Questi possono dare effettivamente un gettito di poco inferiore alle stime dell'Economia.