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Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2010 alle ore 08:05.
Ammontano a 6 miliardi di euro i rimborsi fiscali corrisposti nei primi sette mesi dell'anno dall'agenzia delle Entrate, a fronte di richieste avanzate da 1 milione di contribuenti attraverso le dichiarazioni dei redditi presentate fino al 2008. Stando a quanto comunicato ieri dalla stessa Agenzia, si tratta di rimborsi di cui hanno beneficiato sia lavoratori dipendenti e pensionati, sia professionisti e imprese. Intanto l'associazione Legalità ed equità fiscale (Lef) rilancia una vecchia denuncia: dal condono fiscale 2002 mancano all'appello 4,6 miliardi.
I rimborsi
Il dato più rilevante dei rimborsi riguarda le imposte dirette con oltre 783mila rimborsi disposti a favore delle persone fisiche, per un importo complessivo di 1,7 miliardi. Oltre 4 miliardi di Iva sono stati riconosciuti invece a lavoratori autonomi e a 33mila aziende, incluse le ditte individuali.
Restituite anche imposte indirette per oltre 75 milioni, pari a oltre 29mila rimborsi, e bonus per oltre 37 milioni, pari a più di 89mila rimborsi. Oltre 32mila contribuenti non residenti, infine, hanno usufruito di rimborsi Iva per oltre 138 milioni.
Restituzione di somme che - commenta l'Agenzia - hanno contribuito di riflesso «a incrementare la liquidità disponibile a famiglie e aziende». Le richieste si riferiscono in parte all'anno d'imposta 2007, in parte agli anni precedenti, confermano i tecnici delle Entrate. «Nuova liquidità è stata assicurata anche alle aziende».
L'operazione appare in linea con gli intendimenti enunciati già a gennaio dal direttore dell'Agenzia, Attilio Befera, che ha promesso in particolare più tempestività nei rimborsi, caratterizzati negli anni precedenti da evidenti ritardi nel'erogazione di somme dovute ai contribuenti, e maggiore informazione. Esigenze – aveva osservato Befera – avvertite dalla collettività «come atto di civiltà giuridica oltre che di equità fiscale, nonché come fonte di recupero di liquidità».
Il fattore tempo
Si tratta infatti di somme indebitamente versate dai contribuenti, che vantano dunque un diritto alla restituzione da onorare al più presto. Un elemento su cui si misura l'indice di civiltà fiscale e un rapporto il più possibile costruttivo tra fisco e contribuenti. Il fattore tempo appare decisivo, pur tenendo conto delle oggettive compatibilità di finanza pubblica. Sarebbero utili anche dei raffronti con gli anni precedenti. Su questo punto - si osserva alle Entrate - non è possibile un raffronto poiché fino allo scorso anno l'agenzia «è stata impegnata a colmare integralmente il gap decennale dei rimborsi relativi alle imposte dirette e alle imprese». Lo schema attuale prevede che «man mano che si liquidano le dichiarazioni, se giunge il via libera dalla procedura informatica, scatta il rimborso. L'arretrato deriva solo dalle dichiarazioni non ancora liquidate».