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Questo articolo è stato pubblicato il 27 agosto 2010 alle ore 08:18.
Certo, è soprattutto una questione di mezzi in campo: pattuglie e rilevatori automatici. Ma il numero di multe, a parità di indisciplina dei conducenti (che nel breve periodo resta costante), può variare anche secondo le norme applicabili: se sono semplici sale, altrimenti scende. Dipende anche dagli introiti, che devono essere almeno pari ai costi per indurre un ente locale a fare controlli (non si vuol farli pesare sul bilancio, anzi non di rado si vuole che portino nuove risorse). La riforma del Codice della strada, in alcuni casi, complica le cose e taglia gli incassi. In compenso, potrebbe far aumentare i controlli anti-alcol.
In questi giorni, le novità più difficili da applicare sono quelle sull'autotrasporto. Dopo una prima serie di chiarimenti del dipartimento Pubblica sicurezza, c'è una circolare dedicata, di cui si parla già da una settimana. In situazioni ancora incerte, prassi vuole che gli agenti su strada evitino di infilarsi in un contenzioso che appare invece certo.
A regime, lo stesso problema rischia di riguardare alcol e droga. Sul fronte dell'alcol, il tasso zero ora imposto a giovani e conducenti professionisti è misurabile, ma tra gli studiosi ci sono dubbi sull'esattezza dei risultati quando ci sono in gioco quantità così piccole; questi dubbi troveranno spazio nei ricorsi, per cui anche qui sta prevalendo la prudenza.
Però la depenalizzazione dell'ebbrezza lieve fa sì che ora gli introiti delle relative multe vadano all'ente da cui dipendono gli agenti e non più solo allo Stato. Così tra i fornitori di etilometri si registra già un certo aumento di interesse da parte dei comuni.
Sul fronte-droga, il problema è l'abolizione della visita medica, che con le analisi di liquidi biologici prima dimostrava che il conducente non solo aveva assunto sostanze, ma anche che guidava sotto il loro effetto. Solo alcune tra le metodologie possono dimostrare il "sotto effetto" e non sono diffusissime.
Tutto da vedere ciò che accadrà per la velocità. L'obbligo di tenere almeno un chilometro fra i segnali di limite e gli apparecchi automatici ha messo fuori gioco non poche postazioni, ma ci sono comuni che hanno rifiutato di spegnerle. C'è poi la questione della destinazione degli introiti, che dall'anno prossimo per metà devono andare all'ente proprietario. Si dice che i comuni si stiano facendo i conti e che qualcuno stia cercando di sfruttare al meglio gli ultimi mesi del 2010.