Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2010 alle ore 08:06.
di Mauro Minestroni La conversione della manovra estiva (Dl 78/10), a opera della legge 122/10, offre l'opportunità per ritornare a considerare le disposizioni contenute nello Statuto dei diritti del contribuente. Dopo 10 anni dall'entrata in vigore della legge 212/2000, è a tutti evidente il salto culturale e generazionale necessario affinché nell'immaginario collettivo del contribuente si consolidi la convinzione che il pagamento delle imposte è un atto dovuto di civiltà sociale, necessario alla crescita del paese. Per questo, occorre che legislatore e agenzie fiscali rispettino i dettami costituzionali in materia tributaria racchiusi negli articoli 3 e 53 della Costituzione sul l'equa capacità contributiva e 97 sul rapporto tra cittadino e agenzie fiscali.
L'articolo 4 della legge 212/2000, interpretando tali precetti, stabilisce una limitazione all'uso del decreto legge per l'istituzione di nuovi tributi o l'ampliamento di quelli già esistenti ad altre categorie di soggetti: il messaggio ermeneutico contenuto in questa disposizione oltre a sancire il principio di irretroattività della norma tributaria racchiude in sé il fondamentale principio secondo cui la semplice regola che non è consentito cambiare le regole del gioco a partita iniziata. Tale disposizione segue quella contenuta nel comma 3 dell'articolo 3 della legge 212/2000 laddove il legislatore ha stabilito che i termini di prescrizione e di decadenza per gli accertamenti di imposta non possono mai essere prorogati.
Gli articoli 5 e 6 (rivolti, invece, all'amministrazione finanziaria) stabiliscono che tutti gli atti di natura tributaria devono essere portati a conoscenza dei contribuenti tempestivamente e con mezzi idonei per garantirne la corretta applicazione. Sulla base interpretativa di questi principi fondamentali inderogabili il pensiero si focalizza al nuovo obbligo di comunicazione sulle operazioni black list e al nuovo redditometro.
Per il primo, in base al Dl incentivi (convertito dalla legge 73/10), dal 1° luglio scorso i soggetti interessati devono provvedere all'invio telematico mensile di tutte le operazioni effettuate con paesi inclusi nella black list. Il periodo feriale e la preoccupazione per il nuovo adempimento non hanno aiutato il contribuente onesto ad apprezzare il lodevole sforzo compiuto dall'agenzia delle Entrate per combattere le frodi fiscali in materia di Iva. D'altra parte un nuovo adempimento introdotto con decreto legge soggetto a regolamentazione ministeriale sicuramente non contribuisce ad accrescere il rapporto di fiducia fisco-contribuente necessario per il raggiungimento del necessario principio di civiltà giuridica racchiuso nello Statuto.