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Norme e Tributi Approfondimenti

Reati di lavoro a uscita ampia

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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2010 alle ore 08:00.


Possono essere estinti con la procedura della «prescrizione obbligatoria» anche i reati commessi in violazione delle disposizioni in materia di salute e igiene dei lavoratori e quelli attinenti ai rapporti di lavoro puniti con l'ammenda o in alternativa con l'arresto purché vi sia stata la sostanziale sanatoria della violazione da parte del trasgressore. E a prescindere dal fatto che l'organo di vigilanza abbia provveduto a impartire una diffida specifica. È quanto stabilisce la Cassazione con la pronuncia n. 26758 del 2010, affermando che per regolarizzare non è necessario che sia l'organo di vigilanza ad "autorizzare" il beneficio.
La Suprema corte afferma che non esiste alcun «diritto» del contravventore a ricevere la prescrizione di regolarizzazione dall'organo di vigilanza, ma che, ove egli abbia comunque già provveduto a sanare – adottando misure idonee e congrue alla riparazione –, potrà chiedere agli ispettori e al giudice di essere ammesso al pagamento in misura ridotta. Il beneficio non è comunque precluso dal fatto che alcuna prescrizione di regolarizzazione gli sia stata impartita dal l'organo di vigilanza.
L'ambito di efficacia del l'istituto "rivisitato" dalla Cassazione appare vastissimo e di ampio impatto: vi ricadono, oltre a tutte le più lievi contravvenzioni del testo unico sicurezza (ad esempio uso dei dispositivi di protezione individuale, mancata valutazione dei rischi eccetera), illeciti in materia di somministrazione di manodopera, di impiego di minori, di lavoro notturno, di videosorveglianza, eccetera.
Prevista dal Dlgs 758/1994, originariamente solo nell'ambito dell'igiene e della sicurezza del lavoro, la prescrizione obbligatoria consiste nell'ordine dell'ispettore che ha rilevato la contravvenzione, dandone notizia al pubblico ministero, di un'apposita e specifica indicazione operativa sulle modalità di regolarizzare la violazione. A tale fine l'ispettore concede un termine, non eccedente il periodo di tempo tecnicamente necessario, non superiore a sei mesi. Va detto che nel corso di tale termine, il procedimento giudiziario rimane sospeso dal momento del l'iscrizione della notizia di reato fino a quando il pubblico ministero riceve dall'ispettore la comunicazione di ottemperanza, o meno, alla prescrizione. Il termine concesso per la regolarizzazione risulta peraltro prorogabile a richiesta del contravventore per una volta sola e per un tempo non superiore a ulteriori sei mesi.

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Entro sessanta giorni dalla scadenza del tempo fissato dalla prescrizione, l'ispettore deve verificare se la violazione è stata eliminata secondo le modalità e nel termine fissato. A questo punto, se risulta l'adempimento della prescrizione, il contravventore viene ammesso a pagare nel termine di trenta giorni una somma pari a un quarto del massimo dell'ammenda stabilita per la contravvenzione commessa. Anche del pagamento, che deve avvenire entro trenta giorni, deve essere fornita prova da parte del contravventore e, assieme alla notizia dell'avvenuta regolarizzazione, va data comunicazione dall'organo di vigilanza al pubblico ministero. A questo punto, secondo la procedura formale prevista dalla legge, si produce l'effetto dell'estinzione della contravvenzione.
Quella appena descritta costituisce la procedura "ordinaria" seguita in presenza di contravvenzioni sanabili su sicurezza e lavoro, i cui effetti la Corte di cassazione ribadisce oggi valere nel caso di qualunque situazione regolarizzata anche al di fuori della prescrizione dell'ispettore. Alla cui ottemperanza consegue, infatti, non solo l'effetto principale dell'estinzione del reato, ma anche il notevolissimo risparmio economico del pagamento della somma minima in via amministrativa. Per esempio, per il reato relativo alla mancata comunicazione del piano di lavoro all'organo di vigilanza relativo alla demolizione o rimozione dell'amianto, punito anche con l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda tra 800 e 2.000 euro, la "depenalizzazione" passa attraverso l'invio tardivo di copia del piano, oltre al versamento di una somma di soli 500 euro. Ma ancora, la contravvenzione del mancato rispetto degli obblighi del coordinatore per l'esecuzione dei lavori di verificare il rispetto delle disposizioni contenute nel piano di sicurezza e di coordinamento (arresto da tre a sei mesi o ammenda da 2.500 a 6.400 euro), può estinguersi con il pagamento di una somma pari a 1.600 euro. In materia di lavoro, per esempio, l'adibizione al lavoro di minori che non hanno concluso il periodo di istruzione obbligatoria e che sono in ogni caso di età inferiore ai sedici anni (arresto non superiore ai sei mesi o ammenda fino a 5.164,56 euro), può essere regolarizzato con il pagamento in via amministrativa di una somma pari a 1.291,14 euro.
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Il testo della sentenza
Le norme e la sentenza


La prescrizione obbligatoria
È l'istituto di conformazione (articolo 20 e seguenti del Dlgs n. 758/1994; articolo 15 del Dlgs n. 124/2004) attraverso cui, a seguito di un ordine specifico impartito dall'organo di vigilanza, il contravventore di reati in materia di sicurezza e lavoro, può provvedere alla sanatoria dell'illecito e al pagamento di una somma in via amministrativa. La realizzazione di tali condizioni estingue il reato.
I tempi e la procedura
della prescrizione
Una volta che l'organo di vigilanza ha rilevato la contravvenzione, ne dà notizia al pubblico ministero e impartisce, ai sensi del Dlgs n. 758/1994, l'apposita prescrizione obbligatoria ad ottemperare entro un periodo di tempo non superiore a sei mesi, eventualmente prorogabile di altri sei mesi. Una volta adempiuto, il contravventore viene ammesso al pagamento dell'oblazione entro 30 giorni. All'esito, dà notizia il Pm, la cui azione è rimasta nel frattempo sospesa.
I reati oggetto di prescrizione
Possono divenire oggetto della prescrizione obbligatoria i reati contravvenzionali in materia di igiene e sicurezza del lavoro e di lavoro e legislazione sociale, puniti con la pena dell'ammenda o con la pena dell'arresto in alternativa alla pena dell'ammenda. Per la regolarizzazione definitiva si deve corrispondere una somma pari a un quarto del massimo edittale dell'ammenda.
La Cassazione
Con la sentenza n. 26758/2010 si afferma che non esiste alcun «diritto» del contravventore a ricevere la prescrizione di regolarizzazione dall'organo di vigilanza. In ogni caso, ove abbia comunque "regolarizzato", adottando misure equiparabili a quelle che gli ispettori avrebbero potuto impartire con la prescrizione, può chiedere di essere ammesso al pagamento ridotto. L'estinzione del reato non è infatti preclusa dal fatto che gli ispettori non abbiano provveduto ad alcuna prescrizione.

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