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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2010 alle ore 12:09.
Possono anche portare qualche beneficio al mercato, ma alla fine c'è il rischio che lo droghino. È una tesi come un'altra – questa sugli incentivi ai consumi – alla quale qualcuno ribatte che in qualche occasione il mercato potrebbe essere in crisi di astinenza e allora ben venga un aiuto. È il caso ad esempio del settore delle moto, che in un lampo – nel giro di una decina di giorni – ha esaurito i 12 milioni di fondi stanziati dal decreto legge 40 del 23 marzo scorso (convertito nella legge 73/10). Il 10% di sconto sul prezzo (fino a un massimo di 750 euro) per l'acquisto di un motociclo «euro 3» fino a 400 cc e il 20% (fino a un massimo di 1.500 euro) per chi invece optava per un motociclo ad alimentazione elettrica: questa l'agevolazione, per ottenere la quale unico requisito previsto era la contestuale rottamazione di un motociclo o di un ciclomotore di categoria «euro 0» oppure «euro 1».
«Lo stanziamento non era neppure un decimo rispetto ai 132 milioni del 2009, che ci avevano consentito di recuperare i livelli del 2008 – osserva Claudio De Viti, direttore del settore moto dell'Ancma –. Gli ultimi incentivi sono stati utilizzati prevalentemente per gli scooter e hanno dato ossigeno alle vendite. Nonostante ciò per l'anno in corso si prevede un calo del 25 per cento. Sarebbe necessario un riallocamento dei contributi rimasti inutilizzati sui settori che hanno risposto in maniera più immediata, come appunto le due ruote. Ciò avrebbe effetti positivi soprattutto per il bilancio 2011, visto che l'attuale stagione sta per concludersi. Invece in attesa di decisioni del ministero si rischia che gli importi rimasti si trasformino in fondi "perenti"».
Indicazioni su proroghe, riedizioni o ridestinazione dei fondi per ora non escono dallo Sviluppo economico, alle prese con il difficile quadro economico e politico. Il "residuo", inoltre, non è poco: sui 300 milioni di plafond complessivo ottenibile a partire dal 15 aprile scorso solo il 58% è stato richiesto, per un totale di 800mila beneficiari. A disposizione – e fino alla scadenza fissata per il 31 dicembre 2010 - restano ancora circa 125 milioni, anche se vincolati ai singoli settori di destinazione (si veda il Sole 24 Ore del 30 agosto scorso).