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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2010 alle ore 09:27.
Paghi in base al risultato: è la formula sempre più utilizzata dagli studi legali per invogliare le vittime di malasanità a farsi avanti e tentare la strada del risarcimento dei danni. Basta una semplice e veloce ricerca su internet per rendersi conto della platea di professionisti che hanno sposato questo approccio. E ciò grazie anche alle nuove tecnologie, che consentono al legale di coprire l'intero territorio nazionale e al potenziale cliente di rapportarsi con lo studio dell'avvocato via mail.
Attraverso la posta elettronica, infatti, si possono spedire i documenti necessari per la prima consulenza e seguire passo dopo passo – così, almeno, promettono alcuni siti – l'evolversi della pratica. In molti casi, viene assicurato che tutte le comunicazioni tra cliente e professionista avvengono in un'area protetta, con la garanzia, pertanto, che le informazioni sono al sicuro da intrusioni di occhi indiscreti. Le nuove vie telematiche non impediscono, tuttavia, che il cliente possa ricorrere anche a modalità più tradizionali, come il colloquio in studio o attraverso il telefono.
Ciò che viene sempre ben evidenziato è l'esborso zero chiesto al cliente: è lo studio legale che anticipa le spese per istruire la causa e che batte cassa solo nel caso il contenzioso vada a buon fine e l'interessato ottenga l'agognato risarcimento. C'è, tuttavia, da presumere che il professionista prima di accettare di instaurare una controversia si riservi – anche laddove non viene specificato – di valutarne il "successo", così da non andare incontro ad antieconomiche capitolazioni.
In certi casi la consulenza preventiva viene posta come condizione per non imbarcarsi in lunghi e incerti contenziosi. In quei casi, però, di solito lo studio legale si fa pagare il parere preventivo, che può essere richiesto sempre per via telematica: si inviano i documenti, si salda con carta di credito, si ottiene il responso.
La battaglia legale contro i casi di malasanità è spesso condotta non dal singolo avvocato ma da studi multidisciplinari, dove c'è l'esperto di diritto, il medico legale, il consulente assicurativo.
Oltre agli studi legali, il mercato dei risarcimenti è battuto dalle associazioni. E il messaggio è sempre lo stesso: niente soldi fino alla sentenza.