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Scuola al via fra le proteste di studenti e precari

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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2010 alle ore 08:00.


ROMA
Primo giorno di scuola tra le proteste di precari e studenti, mentre il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, getta acqua sul fuoco: «Non ricordo un anno scolastico che non sia stato accompagnato da una serie di polemiche e contestazioni», ha commentato dalla sezione scuola del policlinico Gemelli di Roma dove si è recata ieri per inviare il suo «in bocca al lupo» agli studenti alle prese con il nuovo anno 2010-2011.
Il governo, ha proseguito il ministro, ha predisposto una importante riforma delle superiori, ma «la vera sfida deve essere raccolta innanzitutto dagli insegnanti, perchè a loro tocca l'onore di applicarla e di collaborare per rendere la scuola davvero un'istituzione per eccellenze».
Il ministro ha poi assicurato che l'anno scolastico partirà regolarmente in tutta Italia: domenica, ha detto, «abbiamo fatto l'ultimo controllo con gli uffici scolastici regionali ed è tutto a posto». Immissioni in ruolo e supplenze sono state fatte, mentre per quanto riguarda i precari, ha aggiunto, sono stati siglati gli accordi con le regioni. Gelmini ha confermato la stima, «di 7-8 anni», per assorbire tutti i 230mila precari iscritti nelle graduatorie a esaurimento, utilizzando la leva dei pensionamenti e delle nuove assunzioni. In più, ha spiegato, «lasceremo finestre riservate agli studenti migliori che si laureeranno e si abiliteranno nei prossimi anni», perchè, ha detto, «riteniamo che uno spazio occupazionale vada riservato anche ai giovani talenti che vogliono intraprendere la professione docente».
Ma le proteste non cessano. Domenica i precari hanno bloccato per qualche ora lo stretto di Messina. Ieri si sono dati appuntamento davanti viale Trastevere, assieme agli studenti. A Torino e Roma alcuni ragazzi hanno dato vita a veri e propri «flash mob» (letteralmente, riunioni all'improvviso in spazi pubblici), indossando caschi gialli da lavoro «simbolo - a loro dire - delle macerie in cui i ministri Tremonti e Gelmini hanno ridotto la scuola pubblica». Identiche le richieste: l'immediato ritiro dei tagli e l'assunzione di tutti i precari, che si traducono, spiega il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro «nella restituzione alla scuola degli 8 miliardi di euro rubati dal governo Berlusconi». Critici anche i sindacati: il segretario generale della Flc-Cgil, Domenico Pantaleo, ha annunciato uno sciopero «con la prima ora di astensione il 1° ottobre», e «una mobilitazione» affinchè, spiega, la scuola «venga percepita come un grande investimento per il futuro dell'Italia». Tra i cambiamenti in arrivo con il nuovo anno (si veda la guida pratica «Le novità a scuola» sul «Sole 24 Ore» del 6 settembre e il grafico a fianco), le nuove superiori (al debutto nelle prime classi), il tetto del 30% degli alunni immigrati e l'ingresso in classe con il "badge", la carta dello studente, che certifica entrate e uscite da scuola, che, ricordano dal ministero, è una realtà in una scuola superiore su due. In più, classi affollate e stretta sulle assenze: con più di 50 giorni di assenza scatterà la bocciatura.

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Tags Correlati: Antonio Di Pietro | CGIL | Domenico Pantaleo | Flc | Francesco La Teana | Giorgio Napolitano | Idv | Mariastella Gelmini | Normativa sulla scuola | Roma | Schiaparelli-Gramsci | Tito Livio

 

Ieri è stato un ritorno tra i banchi "agitato" al liceo classico Tito Livio di Padova (che annovera tra i suoi diplomati anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano): è intervenuta la polizia a causa di un fitto lancio di uova tra i ragazzi. Mentre è già super lavoro per il preside dell'istituto Schiaparelli-Gramsci di Milano, Francesco La Teana: doveva occuparsi di un istituto superiore, con due succursali, ma si è trovato preside anche di un polo che comprende una materna, una elementare e due medie.
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Il quadro del 2010/2011
Cosa cambia
ASSENZE A RISCHIO
Con 50 giorni di assenza si viene bocciati. Da quest'anno i ragazzi che hanno le "assenze facili" dovranno stare più attenti: se superano i 50 giorni dovranno ripetere l'anno
CLASSI PIÙ AFFOLLATE
Alle elementari, si potranno formare classi fino a 26 bambini, elevabili a 27 nel caso di resti. Alle medie, le prime classi sono costituite di norma da non più di 27 alunni
AUMENTA IL TEMPO PIENO
Alle elementari ci saranno 37.275 classi a tempo pieno in più. Nel biennio 2009-2011, il tempo pieno, a 40 ore, è aumentato del 3,05% ma resta ancora inferiore alla domanda
UN TETTO AGLI STRANIERI
Scatta il tetto del 30% agli alunni stranieri. La sperimentazione partirà nelle prime classi di elementari, medie e superiori, con l'obiettivo di favorire l'integrazione
SCUOLA DIGITALE
Molti alunni entreranno in classe con il badge che certifica entrate e uscite da scuola.
Decolla anche la presenza delle lavagne multimediali
I NUOVI LICEI
Partono da quest'anno i sei nuovi indirizzi dei licei: Artistico, Classico, Scientifico – senza latino e con più matematica – Linguistico; Musicale e coreutico; Scienze umane
Cosa non cambia
VOTI IN DECIMI
Anche quest'anno le pagelle di tutti gli studenti saranno compilate con i voti numerici. Solo per la religione cattolica è previsto ancora un giudizio sintetico
LO SBARRAMENTO DEL SEI
Confermata la linea del rigore nei giudizi: sarà ammesso agli esami di maturità chi ha ottenuto la sufficienza in tutte le materie e anche in condotta
LIBRI DI TESTO
Invariato il costo dei libri di testo, per medie e superiori resta lo stesso "tetto" dell'anno scorso. Le nuove adozioni devono restare immutate per 5 anni alla primaria, 6 alla secondaria
CROCIFISSO IN CLASSE
Anche quest'anno i ragazzi potranno trovare il crocifisso affisso sopra la cattedra. Sul crocifisso in classe si aspetta per fine anno una sentenza europea
TEST INVALSI
Inizio d'anno con le prove Invalsi per circa mille scuole medie, per effetto del piano per la qualità e il merito che prosegue spedito. Nel 2013 si estenderà anche ai licei
LE SEZIONI PRIMAVERA
Ok alle sezioni primavera alla materna. Sono rivolte ad ampliare l'offerta formativa per i bambini dai 24 ai 36 mesi. Vivono grazie anche ai contributi regionali

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