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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2010 alle ore 11:52.
Sono circa 600mila le cause che saranno interessate dalla conciliazione obbligatoria. È questa la stima di massima fatta al ministero della Giustizia. Stima che potrebbe, tra l'altro, servire a dare concretezza a quell'analisi d'impatto della nuova mediazione di cui il Consiglio di Stato, nel rinviare a via Arenula il testo del regolamento sul registro dei mediatori, ha lamentato l'assenza. Una nuova versione del provvedimento, che viene incontro con alcuni aggiustamenti alle osservazioni critiche dei giudici amministrativi, è stata messa a punto dall'Ufficio legislativo di Angelino Alfano e inviata di nuovo al Consiglio di Stato. Che, a sua volta, probabilmente lunedì esprimerà il suo parere.
Traguardo «Gazzetta»
Compiuto questo passaggio, il regolamento sarà pronto per la pubblicazione in «Gazzetta» e rappresenterà un punto di riferimento obbligato. A quel punto il quadro degli adempimenti tecnici sarà stato completato e un eventuale rinvio del debutto, oggi fissato per il prossimo marzo, potrebbe essere solo il frutto di una decisione politica, magari all'esito del confronto in corso tra Alfano e le organizzazioni dell'avvocatura. Se uno slittamento non ci sarà, il tentativo di conciliazione diventerà obbligatorio in materie chiave per il contenzioso civile come il condominio o i risarcimenti danni da incidente stradale.
Di sicuro al ministero non si nasconde la grande attenzione con cui si guarda alla conciliazione, considerata una carta fondamentale da spendere, non solo per far rientrare un gran numero di controversie sul binario di una possibile giustizia alternativa, ma anche per per destinare a quest'ultima quei casi di conflitto che oggi comunque non vengono portate davanti a un giudice, in parte per timore dei costi oppure dei tempi lunghi per arrivare a sentenza.
Al ministero si sottolineano così alcuni passaggi del regolamento che testimoniano della serietà, anche della severità, con cui è stato affrontato il fronte degli organismi di conciliazione e di quelli destinati a formare i mediatori (ed è per questi ultimi che la preoccupazione è maggiore).
Il provvedimento istituisce alcuni paletti con l'obiettivo di garantire una prestazione efficace sia sul piano della qualità sia su quello della quantità. Quanto al primo aspetto, viene stabilito che il giudice che nega l'omologazione della conciliazione deve trasmettere al responsabile del registro dei mediatori e all'organismo che ha seguito la procedura una copia del provvedimento di diniego.