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Norme e Tributi Fisco

Il nuovo redditometro prenderà anche in esame tenore di vita e consumi

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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2010 alle ore 09:11.

Tasse lifestyle. Con il nuovo redditometro che gli uffici dell'agenzia delle Entrate stanno mettendo a punto in queste settimane, il tenore di vita e i consumi diventeranno il perno del prelievo tributario. Spese effettive e spese presumibili in base a parametri di "normalità" statistica (familiari e territoriali) forniranno la base di calcolo per "proiettare" quello che secondo il Fisco è il livello di reddito adeguato a sostenerle.

E se i guadagni auto-denunciati saranno inferiori di oltre il 20% rispetto a quello che l'amministrazione finanziaria riterrà "giusto", i contribuenti-consumatori dovranno giustificare la differenza. I controlli scatteranno già dal prossimo anno per le dichiarazioni 2009 (il cui termine di presentazione scade giovedì 30 settembre). A tutti, dipendenti e autonomi, professionisti e imprenditori, si richiederà perciò, molto più che in passato, attenzione nel conservare i documenti idonei a giustificare la propria posizione finanziaria. L'onere della prova infatti ricade sempre sui contribuenti.

Che il Fisco punti moltissimo su questo strumento lo dimostra il fatto che il target per il contrasto all'evasione è stato elevato dall'ultima manovra (Dl 78/10) a 20 miliardi di euro, come ha ricordato sabato scorso a Capri, il direttore dell'Agenzia, Attilio Befera (si veda «Il Sole 24 Ore» del 19 settembre). Una quota consistente di queste risorse dovrà essere recuperata proprio attraverso il potenziamento dell'accertamento e la tax compliance. Dunque, con l'adeguamento spontaneo dei contribuenti.

I tecnici delle Entrate, ha riferito ieri a Roma il direttore Accertamento, Luigi Magistro, in un convegno organizzato dall'Accademia romana di ragioneria, stanno lavorando su un campione di 800mila contribuenti e hanno selezionato 100 tipi di spesa significativi per determinare il reddito "consumato". Per aggredire le sacche di sommerso che danneggiano le casse statali il nuovo redditometro dovrà rappresentare un'evoluzione dei vecchi strumenti. Un'evoluzione che, però, temono professionisti e categorie, che saranno consultate solo prima del varo definitivo, rischia di essere troppo pervasivo. Saranno realizzate, per esempio, più dettagliate indagini attraverso l'anagrafe dei conti, per cui si guarderà al saldo iniziale e finale dei conti correnti e scatterà l'allarme di fronte a eventuali incrementi "non coerenti" con le spese e il reddito dichiarato.

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Tags Correlati: Agenzia Entrate | Attilio Befera | Fisco | Luigi Magistro |

 

L'accertamento sintetico "classico" si basa, in effetti, sul principio per cui per ogni euro speso dal contribuente si presume un euro di reddito che avrebbe dovuto essere dichiarato. Le spese considerate sono solo quelle effettivamente sostenute, di cui il fisco ha notizia in base ad accertamenti o all'anagrafe tributaria. Il redditometro "classico" aggiunge a queste spese effettive, quelle di cui si "presume" l'esistenza in ragione delle esigenze di gestione di beni patrimoniali effettivamente posseduti. In altre parole, i coefficienti del vecchio redditometro consentono di monetizzare le presumibili spese collegate al possesso di auto e case a disposizione del contribuente.

Il nuovo redditometro, disegnato dalle Entrate in base alle indicazioni del Dl 78, a questi due passaggi ne aggiungerà un terzo, fondato su moltiplicatori che tengano conto di altri fattori, dall'ampiezza del nucleo familiare alla territorialità, secondo una logica (si teme) per la quale chi risiede nelle città con un costo della vita maggiore è probabilmente portato a sostenere un maggior numero di piccole spese "non rintracciabili". Con tutto quel che ne consegue in termini di presunzione di maggior reddito da dichiarare. Anche se l'Agenzia rassicura che nel doppio filtro di contraddittorio con gli interessati sarà possibile spiegare tutti gli scostamenti e far emergere, per esempio, situazioni come risparmi pregressi o l'esistenza di coppie di fatto.

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