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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2010 alle ore 09:58.
SANTO STEFANO BELBO - Il nuovo redditometro in fase di elaborazione da parte dell'agenzia delle Entrate servirà soprattutto alla compliance e per questo sarà accompagnato da campagne di sensibilizzazione di massa. Senza avere paura dei numeri: è possibile infatti che le segnalazioni siano nell'ordine dei milioni. E con il tempo si potrebbe arrivare alla costituzione di osservatori regionali (sul modello degli studi di settore) per la verifica sul territorio dei risultati del redditometro.
Intanto, un fisco più semplice è più vicino. Ieri Attilio Befera, direttore dell'agenzia delle Entrate, in un convegno svoltosi a Santo Stefano Belbo (Cuneo), organizzato dal consiglio provinciale dell'Ordine dei commercialisti di Asti, ha ricordato che l'amministrazione sta lavorando con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, per la riforma fiscale, che avrà come criterio ispiratore la semplificazione, a partire dallo sfoltimento delle deduzioni e detrazioni.
Sul nuovo redditometro, Luigi Magistro, direttore centrale Accertamento, ha spiegato che: «Va visto come uno strumento di prevenzione, più che di accertamento. È strano però come per quello ancora in vigore non si alzino mai proteste, mentre invece per quello nuovo che sarà più sofisticato ci sono tante preoccupazioni».
Magistro ha assicurato che non saranno penalizzate le famiglie di fatto o quelle più numerose. «La suddivisione in famiglie serve solo per arrivare a un risultato più attendibile». L'attendibilità e la ragionevolezza sono le due caratteristiche che secondo Magistro connotano il nuovo redditometro, perché così lo strumento avrà forza persuasiva nella riduzione dell'evasione. Per questo, spiega Magistro, le campagne di sensibilizzazione con le segnalazioni delle irregolarità al contribuente avranno «caratteristiche di massa», «potrebbero essere anche milioni». Le segnalazioni povrebbero arrivare prima delle dichiarazioni e non sarebbero uno strumento di accertamento, ma appunto di compliance.
Roberto D'Imperio, consigliere nazionale per i dottori commercialisti, ha sottolineati la necessità di coinvolgere i professionisti per definire uno strumento equo.
Per il primo periodo di imposta di applicazione del nuovo redditometro, il 2009, Maurizio Leo, presidente della commissione bicamerale sull'Anagrafe tributaria ha proposto l'applicazione senza sanzioni e interessi sulle maggiori imposte accertate.