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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2010 alle ore 16:50.
La Corte di Cassazione dice stop al "pizzino" online. Per i giudici della Suprema corte, gli arresti domiciliari vanno sostituiti con il carcere se la persona che ha usufruito del beneficio chatta su Facebook. Con la sentenza 37151 (si legga sul sito di Guida al diritto) affermano che al divieto di avere rapporti con persone diverse dai familiari conviventi deve essere data un'interpretazione estensiva, fino a comprendere tutte le comunicazioni con terzi sia vocali sia attraverso internet.
La Suprema corte precisa che non è vietato tout courtl'uso della rete, ma la navigazione è consentita solo per motivi di ricerca, escludendo i contatti personali. Consapevole delle possibilità di comunicazione messe a disposizione dal web, la Cassazione aggiunge la rete ai «pizzini, gesti, comunicazioni televisive anche mediate ecc.» facendola rientrare, se usata per dialogare, tra le azioni vietate a coloro che sono agli arresti domiciliari. Gli ermellini precisano però che l'eventuale violazione va provata e non può semplicemente essere desunta dall'uso del computer.