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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2010 alle ore 06:41.
Nel cantiere del nuovo patto di stabilità per gli enti locali spunta una clausola di salvaguardia destinata agli enti che sarebbero troppo penalizzati dalle nuove regole. La novità emerge dai tavoli tecnici che stanno riscrivendo le regole per la finanza di comuni e province, destinate a entrare nella legge di stabilità nel corso dell'esame parlamentare.
La clausola di salvaguardia nascerà dal confronto fra il saldo obiettivo che sarebbe determinato dalle regole in vigore e quello previsto dai nuovi criteri di calcolo: chi andrà incontro a un peggioramento potrà in pratica dimezzare la differenza fra vecchio e nuovo obiettivo.
Lo «sconto» così ottenuto sarà pagato dagli enti locali che vivono una condizione opposta, e che dalle nuove regole otterrebbero un alleggerimento; questi ultimi dovranno infatti accrescere il proprio obiettivo, sempre di una quota pari al 50% della differenza fra vecchi e nuovi calcoli. La clausola di salvaguardia nasce prima di tutto per andare incontro a una serie di città che finirebbero per essere particolarmente colpite dai nuovi parametri. Mentre sul piano tecnico si susseguono le aperture del governo, però, su tutto il confronto pesa il nodo politico legato alle risorse che servirebbero a pagare le imprese fornitrici ma sono congelate nelle casse degli enti dai vincoli di finanza pubblica. È questo il cuore del check up sul patto previsto dall'accordo di luglio fra governo e sindaci, e rilanciato nei giorni scorsi dall'allarme di Federcostruzioni, ma a differenza delle modifiche tecniche questo alleggerimento costa e manca ancora la parola definitiva del ministero dell'Economia. «Stiamo trattando all'interno del governo e con la Ue per allentarlo», ha spiegato ieri il sottosegretario all'Economia Alberto Giorgetti, aggiungendo però che le «indicazioni precise» potranno arrivare «entro febbraio 2011».
Per capire la genesi della nuova clausola di salvaguardia, che rende i vincoli del patto di stabilità sempre più "artificiali" e scollegati dall'effettiva realtà della finanza pubblica locale, bisogna ripercorrere con ordine le novità che si stanno affacciando nei parametri di calcolo. L'obiettivo di bilancio per il 2011, secondo i criteri fissati nella manovra del 2008 ancora in vigore, si calcola in base al saldo 2007; gli enti con saldo positivo sarebbero chiamati a replicare la performance, quelli con i conti in rosso dovrebbero applicare invece una percentuale di miglioramento molto alta, che nella manovra 2008 era fissata tra il 125 e il 150% nelle province e tra il 165 e il 180% nei comuni. Per modificare queste quote, considerate inattuabili dagli amministratori locali, senza cambiare il saldo della manovra ritenuto blindato dall'Economia, si è rimesso in moto un confronto tecnico per trovare le nuove modalità di calcolo.