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Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2010 alle ore 16:20.
Giovedì, ore 6
La commissione, presieduta dal magistrato di Cassazione Ugo Vitrone, si deve riunire per elaborare i contenuti della seconda traccia d'esame, quella «mortis causa», dedicata ai problemi successori
Alcuni commissari sono però stati visti nei corridoi degli alberghi in cui risiedono ben oltre le 6
Giovedì, ore 11.30
La commissione ha elaborato le tre tracce, le ha chiuse nelle buste e ne fa scegliere una a un candidato. Seguono la dettatura e lo svolgimento della prova
Serpeggiano i primi dubbi: in molti riconoscono nella traccia che è stata assegnata l'esercizio svolto pochi giorni prima alla scuola di preparazione Molteni di Roma, diffuso anche in videoconferenza a venti scuole del notariato e conosciuto quindi da molte centinaia di candidati
Giovedì, ore 19
Si diffonde, grazie anche a cellulari e telematica, la conferma: il testo della traccia era lo stesso di quello dell'esercizio. Notte agitata per i candidati
Venerdì mattina
Nelle aule degli esami la tensione è forte e tra i candidati c'è già chi pensa di protestare. Ma si presenta la commissione con le buste per la terza prova e subito inizia la dettatura
La dettatura è troppo veloce, forse a causa del nervosismo che pervade esaminatori ed esaminandi. Però un candidato afferma di averla stenografata e riscritta esatta, quindi si presta a farla copiare agli altri
Si diffonde la voce che questo candidato avesse già la traccia; la vigilanza sorprende un candidato nei bagni con il tema già fatto. Esplode la protesta, i commissari decidono di sospendere