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Questo articolo è stato pubblicato il 01 novembre 2010 alle ore 06:39.
Le telecamere per proteggere il condominio o l'appartamento o le persone stesse? «Sono diventate di moda – osserva Carlo Hruby, vicepresidente della Fondazione Enzo Hruby, la prima fondazione italiana per la diffusione della professionalità e della cultura della sicurezza – ma una o più telecamere non costituiscono, come si crede, un impianto di videosorveglianza né sostituiscono il sistema di antintrusione. Occorre un videoregistratore, si devono prevedere cavi o collegamenti radio e un apparato di invio delle immagini in differita o in tempo reale a una centrale di sorveglianza, sulla tv di casa, sul cellulare o sul pc. Utilizzando la rete, con conoscenze di informatica molto specialistiche. E poi va tenuto conto della privacy. E alla base di tutto deve intervenire un professionista che progetti e costruisca l'impianto, direi quasi sartorialmente su misura del cliente e del luogo». Vi sono a questo proposito regole precise: il privato non è sottoposto alle regole restrittive previste dal Garante per le aree pubbliche. Ma per giardini e terrazzi occorre scegliere telecamere con privacy zone programmabili che oscurano automaticamente le immagini dei vicini e delle loro aree. Attenzione alle installazioni improvvisate: se si deve controllare un'area ampia sono inutili (e costose) più telecamere: basterà ricorrere a uno o due modelli dome che "vedono" a 360° o alle speed dome motorizzate.
Box e luoghi di passaggio
Furti e aggressioni nei box possono essere sventati o evitati dalla presenza di un impianto di videosorveglianza costituito anche solo da una telecamera, bata però che si verifichino con precisione percorsi e zone a rischio. Anche ascensori, scale e corridoi di collegamento condominiali o di singole ville possono essere luoghi da monitorare: la scelta migliore è installare in diversi punti sia pulsanti fissi che fanno scattare allarmi acustici, luminosi accecanti sia telecamere che inviano immagini in casa o alla centrale di sorveglianza. È possibile anche trasmettere immagini e allarmi su dispositivi mobili in dotazione ad alcune vigilanze. «Esistono sistemi di videosorveglianza portatile, azionabili dall'auto e basati su smartphone – spiega Giuseppe De Pasquale, titolare della New-Depa di Milano, specialista in videosorveglianza e integrazione d'impianti –. Se la persona tornando a casa nota qualcosa di strano, rimane in auto e chiede alla centrale di fare una videata di controllo in tutta l'area. Con otto telecamere, pulsanti ovunque e l'antintrusione, tutta l'area garage del condominio è controllata. E il sistema video trasmette immagini e audio senza bisogno di collegamenti Ip. L'investimento si aggira sugli 8mila euro, un importo accessibile».