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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2010 alle ore 13:14.
«I progressi della scienza e le biotecnologie possono togliere ai figli il diritto di nascere all'interno di una comunità d'amore con una identità certa paterna e materna». È uno dei passaggi dell'intervento del sottosegretario Carlo Giovanardi alla "Conferenza nazionale della famiglia" a Milano. Il sottosegretario parla di queste che definisce «le due emergenze con le quali oggi la famiglia deve confrontarsi»
La famiglia tradizionale dunque per il sottosegretario sarebbe in pericolo. «La rottura della diga costituita dalla Legge 40 - ha detto Giovanardi - aprirebbe la porta a inquietanti scenari, tornando a un vero e proprio far west della provetta, dove fin dal primo momento il concetto costituzionale di famiglia andrebbe irrimediabilmente perduto». Il sottosegretario cita alcuni esempi a sostegno delle sue tesi: «Negli Stati Uniti dove il donatore è conosciuto, si moltiplicano i casi in cui questo si è sentito citare in giudizio per il mantenimento del figlio. Mentre già 30mila figli della provetta negli Usa tentano di ritrovarsi per scoprire di chi sono figli».
Fisco a misura di famiglia. Si chiamerà quoziente familiare o fattore famiglia, ma il governo interverrà per un nuovo fisco a misura di famiglia che tenga conto del numero dei componenti del nucleo. In modo che, ha annunciato Giovanardi, «famiglie con figli o con situazioni di fragilità possano ricevere un concreto ed indispensabile aiuto in termini di riduzione della pressione fiscale e di accesso agevolato ai servizi».
L'esponente del governo ha individuato tre aree di intervento per sostenere le famiglie. Una è appunto la riforma fiscale (uno dei cinque punti della prossima azione dell'esecutivo); in tal senso considera positivamente, a suo avviso, il tavolo di lavoro istituito dal governo quale luogo in cui «tutti i protagonisti istituzionali, dal governo, alle parti sociali ai rappresentanti dell'associazionismo» che «dovrà giungere ad una riforma fiscale condivisa, amica del cittadino ma soprattutto della famiglia e dei figli che rappresentano il futuro di ogni paese».
Il secondo intervento: la conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro «così come la vuole la Costituzione. Solo trovando nuove forme di risposte alle esigenze dei genitori che lavorano sarà possibile evitare che una parte delle donne esca dal mercato del lavoro in occasione della maternità, o peggio vi rinunci per non perdere il posto. Senza tralasciare la necessità di incentivare gli uomini ad essere coinvolti e parteci nella cura dei figli piccoli, dei familiari disabili e non autosufficienti».